MI RIBELLO, LANCIO LA DISOBBEDIENZA CIVILE CONTRO SANREMO

A poche ore della kermesse nazional-popolare di Sanremo, dichiaro la mia totale indifferenza alla questione e giuro solennemente di non guardarlo. Non perché non mi piaccia la musica, anzi, ma c’è qualcosa che è cresciuto silenziosamente ma inesorabilmente dentro di me che mi spinge a ribellarmi. Non ha a che fare nemmeno con l’inevitabile usura del Festival, c’entra di sicuro di più la gestione e il significato che gli si vuole dare negli ultimi anni. Sentendomi una sorta di Indignato speciale, provo a elencare alcune ragioni, non necessariamente in ordine di importanza. Anche se a questo punto la prima e unica potrebbe essere la Turchia, sufficiente in un mondo migliore per spegnere tutto e rimandare a data da destinarsi.

E in ogni caso, a prescindere. Sanremo non può essere la quarta camera della Repubblica, a un’incollatura dietro Porta a Porta, dove già si decidono le sorti (a parole) dei nostri destini nazionali. Una passerella politically correct, dove anche Zelensky avrebbe potuto sfilare. Adesso si gira su un testo inviato dall’ucraino, non so quali impedimenti siano intervenuti nel frattempo, ma Amadeus lo voleva a tutti i costi sulla scalinata, neanche troppo sotto sotto. Ah, l’audience.

Hanno invitato chiunque possa far salire l’indice degli ascolti. Parliamo dell’imprenditrice digitale Ferragni, con i suoi ambitissimi 28.5 milioni di follower, un vero faro nella corsa sfrenata all’acquisto dei (suoi) prodotti di consumo. La co-conduttrice, molto elegantemente e con nonchalance, ha provveduto con grande tempismo a far sapere che il suo compenso di centomila euro sarà devoluto a una associazione contro la violenza sulle donne. Ma tu guarda che brava ragazza, quasi quasi mi compro il suo profumo.

Per le nonne e i meno giovani ci sarà l’immarcescibile Gianni Morandi, un uomo, cosa dico, un super uomo non solo buono per tutte le stagioni ma, soprattutto, per tutte le trasmissioni Rai.

Non può mancare Fiorello, il vero conduttore ombra di Sanremo, che ormai è andato oltre ogni limite umano, lui è perfetto per tutte le età. Una vera novità davvero che terrà calamitati alla tv milioni di italiani … per i primi cinque minuti. Ognuno di noi può purtroppo indovinare dove andrà a parare, le sue cartucce e le sue incursioni cominciano a scarseggiare e annoiare. Indubbio che per loro sia una garanzia per il numero di ascolti, quindi avanti così, ahimè.

Se proprio non è abbastanza, ci saranno ospiti d’eccezione come gli emergenti Albano e Ranieri per rinverdire il palco.

Vogliamo dimenticarci di non omaggiare il grande momento del trend “diversità & inclusione”? Figuriamoci, allora entri un’altra splendida co-conduttrice, la nazionale di pallavolo Egonu. Come dimenticarci delle sue lacrime per i brutti berci di qualche rimbambito razzista che l’hanno spinta a emigrare in Turchia per giocare in una nazione libera da mentalità becere. Ma è vero che là non confermerà il contratto con la squadra, problemi di classifica o di intolleranza? Caso ideale per Amadeus, che ne farà un’appropriata apologia rivierasca.

Non è già abbastanza? Chiudo con una riflessione finale. E’ veramente triste vedere la tv pubblica occhieggiare così tanto le tv commerciali, Amadeus è la fotocopia di tanti conduttori del Cavaliere, che avevano come obiettivi principali il più alto rastrellamento pubblicitario possibile e il record di ascolti. Senza preoccuparsi di chi chiami o di cosa tratti. Copiare è sempre un attività avvilente, farlo così tardi poi non parliamone. Preferisco un buon libro, cinque giorni sono una finestra di tempo sufficiente per riconciliarmi con me stesso.

4 pensieri su “MI RIBELLO, LANCIO LA DISOBBEDIENZA CIVILE CONTRO SANREMO

  1. Alberto Vigo dice:

    Dr. Magri sono totalmente d’accordo con Lei.
    Sanremo è l’espressione dell’Italietta vecchia e retrograda che ritengo sia,visti i tempi, ridicola.
    Un cordiale saluto

  2. Cancarlo dice:

    Caro Magri, il festi-bal che purtroppo ci perseguita da una buona parte dei suoi 73 anni è da sempre stato specchio della mediocrità italica …Il fatto che negli ultimi tempi sia riuscito nell’ardua impresa di peggiorarsi ulteriormente è dovuto all’imbruttimento medio ( non certo solo musicale ) a cui da anni stiamo assistendo… Tuttavia, il dover scegliere tra albano e ” blango ” suona un po’ come dover decidere se morire bruciati vivi o sciolti nell’acido… Ma pecunia (notoriamente) non olet…

  3. Cristina Dongiovanni dice:

    Io lo guardo il festival, un poco. Ascolto in differita alcune canzoni. Amo terribilmente la musica e quello che la canzone italiana ha saputo fare e non voglio divorziare dal festival. Lo faccio entrare in casa ancora contenta, soprattutto di capire se qualcosa mi può piacere, e devo dire che c’é sempre qualche canzone che riesce a piacermi, almeno un po’. Tutto ciò che gira attorno alle note non mi interessa, non mi colpisce, lo faccio passare come acqua tiepida di un fiume-fiumana popolare che di popolare ha solo il profilo peggiore. Dell resto tutto ormai è propinato dalla televisione come un integratore di imbecillità, nel caso qualcuno provasse e riuscisse a togliere la testa dai vapori che paralizzano il pensiero critico. La cosa importante che faccio è stare attenta a non parlare del festival con i colleghi, gli amici, i genitori. E soprattutto con le mie figlie. Come fosse una cometa di cui non mi sono accorta.

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