Prima quelli del liceo artistico Chiabrera Martini che non ammettono di andare in gita senza il loro compagno autistico, poi i ragazzi del liceo linguistico di Frigento, in provincia di Avellino, che per protesta decidono invece di rinunciare: la compagnia di viaggio non era in condizione di trasportare il loro compagno su carrozzina e taccio in merito alla licenza d’esercizio dell’agenzia.
Ora è la volta dei ragazzi della IV C del Liceo Scientifico di Pontecorvo, in provincia di Frosinone, che non se la sentono: la loro compagna disabile non può andare con loro e per di più in quei giorni festeggerà il proprio diciottesimo compleanno. E allora se non può venire lei, non andiamo nemmeno noi, tutti a festeggiare, una festa da ricordare negli anni, per la compagna e per loro.
Tre esempi, ma altri ancora ce ne sarebbero. Che sta succedendo? Il mondo degli adolescenti sta spingendo il pedale del freno e si sta rendendo conto che le cose e le persone che contano sono sotto i loro occhi e non serve andare a mille all’ora per inseguire l’ultimo grido?
A me non pare, come scrivevo all’inizio dev’essere qualcosa che ha a che fare con il megafono e la risonanza. A me non pare, ma allo stesso tempo trovo importante che il megafono e la risonanza amplifichino queste storie, solo apparentemente piccole.
I ragazzi solidali e coscienziosi ci sono sempre stati e continuano a esserci, così come ci sono sempre state e continuano a esserci le compagnie che si danno appuntamento fuori dalle stazioni o fuori dai centri commerciali per darsele di santa ragione per i motivi più idioti.
Dovremmo un po’ tutti cercare di mettere in primo piano quel che vale la pena e spingere nelle retrovie, nei trafiletti insignificanti, quel che mostra il lato peggiore non solo degli adolescenti, ma di tutti noi. Non è facile, ma sarebbe un bell’esercizio, trenta secondi per la rissa e per gli ultras trogloditi, due minuti per la classe che rinuncia alla gita per l’amico disabile.
Anche questa è educazione, serve a tutti e serve anche ai ragazzi virtuosi stessi. Perché uno dei problemi è che poi si cresce, si diventa grandi, una volta fuori dal recinto rassicurante della scuola la lotta e la corsa per stare a galla sono spietate e gli amici disabili del liceo chi più se li ricorda. Essere stati in primo piano invece, rendersi conto che il mondo si è accorto di te per quella bella cosa fatta, può aiutare a tenere a mente quel che davvero conta e chi non va dimenticato.
Il mondo non sta invertendo il senso di marcia, viaggia spedito sospinto da bravi ragazzi e da ragazzi incoscienti, come sempre, è un bellissimo mondo triste, si diceva in un bel film di tanti anni fa.
Sta un po’ a tutti noi decidere chi merita la lente d’ingrandimento e chi invece l’oblio.