MESSI, IL DRIBBLING PEGGIORE

di TONY DAMASCELLI – Però che bravo quel Messi lì. Un fuoriclasse di quelli che nascono una volta ogni. Argentino puro di nascita ma catalano di scuola calcistica, blaugrana si dice e si scrive per darsi un tono, ricordando i due colori del club que es mas que un club, il Barcellona per l’appunto.

Sta di fatto che dopo vent’anni d’amore e di gol, di coppe e lighe, il re ha deciso di mollare, un po’ come il Juan Carlos che è fuggito in modo miserabile e vergognoso tra gli emiri. Messi ha le paturnie, non vuole più passeggiare lungo le ramblas, non lo stuzzica più la pata negra, nel senso di prosciutto iberico, vuole baked beens e la sbronze dei mancunians del City, là dove cantano Blue Moon, azzurra come le magliette del gruppo Guardiola&C.

Messi dribbla milioni di euro settecento, sarebbero la clausola rescissoria che lui e i suoi avvocati vorrebbero aggirare con la solita furbata dei principi del foro e del football.

Non è una cosa bella, caro Lionel. Un campione non molla la storia per la cronaca, se ha coraggio lo tiri fuori dai pantaloncini, quelli già azzurri, li metta sul tavolo e dica: pago io e me ne vado. Così fanno gli eroi, così fanno quelli che passano alla leggenda. Così fanno le persone serie.

Invece ha scelto di uscire da contrabbandiere, con in spalla il denaro suo (che deve versare al fisco di Spagna, por favor) e come un clandestino superare le frontiere. Prima ha illuso i milanesi dell’Inter prendendo casa in zona San Siro, avessi detto il lago di Como o simili, molti hanno abboccato al nuovo inquilino che ha scelto la Madonnina per squisiti motivi fiscali, intanto ha fatto comunella con il suo vecchio amore Pep, il quale gode di credito (anche bancario) colossale e ha convinto gli emiri, gli stessi di Juan Carlos di cui sopra, a versare il dovuto per agganciare la pulce.

Affare possibile, anzi quasi fatto anche se quelli del Barcellona non sono mica tonti, se vedono i soldi danno il cammello. Di certo l’epilogo è da Mario Merola, i figli non so’ piezze ‘e core, Messi se ne sbatte dei catalani e del presidente Bartomeu, evita addirittura il tampone e chiude la Vuitton per il Regno Unito. Finale non degno di un fenomeno, chiusura da assemblea condominiale, tra lazzi e scazzi. Anche un Pallone d’oro può avere la faccia di bronzo.

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