«È un gioco goliardico, non c’è nessun riferimento alle vittime, niente di cruento o di splatter». È di Lucca, ha 42 anni Andrea Matteoni, tecnico delle Ferrovie dello Stato che coltiva evidentemente l’hobby del gioco e la passione per il noir. S’è inventato il gioco da tavolo “Merendopoli”, scimmiottando l’universale “Monopoli” e la vicenda del mostro, o dei mostri, di Firenze che tra il 1968 e il 1985 sterminò, o sterminarono, 8 coppiette appartate nei dintorni del capoluogo toscano. Uno o più mostri, come vennero definiti dai media prima nell’anonimato, poi al processo che coinvolse i “compagni di merende”, appunto: Pietro Pacciani, Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Fernando Pucci. Gli stessi identici nomi riportati nel gioco, insieme con quelli anch’essi reali del pm Paolo Canessa o l’avvocato Nino Filastò.
Ci sono tutti, insomma, protagonisti buoni, cattivi e presunti tali di quello che è stato probabilmente il giallo più misterioso e allo stesso tempo cruento del nostro Paese. La scatola è venduta sul web e ha avuto anche una specie di presentazione alla “Lucca Comics”. pare stia riscuotendo molto successo, non avevo dubbi. Il truce tira e il genere letterario più venduto e letto in Italia è proprio quello legato al crimine.
Le polemiche hanno investito l’iniziativa e per tutti ha parlato Vieri Adriani, avvocato di parte civile dei parenti dell’ultima coppia uccisa a San Casciano, nel settembre 1985: i francesi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. «Siamo caduti veramente in basso – ha detto Adriani -. Sono state massacrate persone in circostanze orrende, giovani che avevano tutta la vita davanti. Creare un gioco da tavolo sul mostro è come fare un gioco sulla strage di Bologna: anche a Firenze si trattò di una vera e propria strage che ha visto morire 16 persone. Vedo una mancanza completa di educazione e buon gusto».
Non si può biasimarlo, ma… Sulla scatola di “Merendopoli”, che prevede un tetto massimo di 6 giocatori ed è sconsigliato agli under 14, sulle banconote e sulle carte “imprevisto” sono impressi i volti dei principali protagonisti della vicenda. Il messaggio è invitante, nel suo genere macabro: «Rivivete insieme ai vostri amici la vicenda giudiziaria che ha sconvolto l’Italia per quasi 20 anni e mai del tutto risolta. Aggiudicatevi le piazzole, sistemate i vostri appostamenti, evitate di pagare troppe spese legali e danni morali, ma soprattutto state lontani dal carcere di Sollicciano», si legge dietro la confezione. L’avvocato Adriani si è già arreso: «Non credo che ci possano essere iniziative di carattere legale su questo gioco, considerato anche che ormai le famiglie delle vittime si sono quasi del tutto estinte. I parenti rimasti sono disinteressati a questo caso e le persone che hanno subito un dolore così grande vogliono solo dimenticare. Resta il fatto che è un’iniziativa deplorevole».
Non si può biasimarlo, ma… Da decenni i bambini giocano ai soldati, ai cowboy e agli indiani. Da decenni vengomo venduti e comprati giochi da tavolo che fanno rivivere le battaglie più sanguinose di ogni epoca, quelle navali, di terra, di aria, di trincea. Da sempre si gioca con i soldatini dell’antica Roma, gli eserciti, i carri armati, i kamikaze, le scimitarre, i pugnali di gomma, fucili e pistole a Carnevale e sotto l’albero di Natale. Da quando è subentrata la consolle, da quando sono arrivati i joystick, i videogames, la crudeltà non conosce più limiti e spopola soprattutto tra i giovanissimi (nonostante il fedifrago “+18” in bella vista sulla confezione): in uno di questi intrattenimenti – che andava per la maggiore qualche anno fa – un’avvenente criminale assoldava killer attraverso una fellatio, lei seduta in auto e loro in piedi fuori dal finestrino. Se non la soddisfaceva la dimensione del membro o qualcosa che il candidato diceva fuori luogo, veniva trucidato all’istante. Così, per dirne uno, ma se andate a cercare troverete decine, centinaia di videogames farciti di violenza, crudeltà, sangue, torture, sofferenze, zombie, mostri, assassini senza scrupoli…
Il mostro di Firenze, le sue vittime, sono solo uno dei tanti episodi selvaggi della storia. Col cinismo che meritano, a pensarci bene, persino quegli eventi tristemente, crudamente reali nella periferia della città toscana, ne scimmiottarono altri. Jack lo squartatore, per esempio. Quella del mostro di Firenze è stata una delle tante stragi di questo mondo che non è mai stanco di guerre, di sangue, di morti, tanto che ci finisce col giocarci a tavola. Magari gli adulti a Natale, ecco, mentre i bambini si rincorrono armati con plastica e luci psichedeliche a simular gli spari.