MASSACRATI GLI AGNELLI, MA GLI ALTRI SONO DAVVERO TUTTI AGNELLINI?

Aveva ragione Giulio Andreotti: l’assunto “la legge è uguale per tutti”, scritto nelle aule dei tribunali, non dovrebbe essere posto alle spalle dei giudici ma davanti agli stessi, per ricordare loro, appunto, che l’applicazione dei codici non può aprirsi e chiudersi come il mantice di una fisarmonica.

Il verdetto della giustizia sportiva sul caso plusvalenze ha colpito Juventus e ha prosciolto le altre coinvolte nella questione. Così ha creato un precedente curioso: l’azione illecita, la plusvalenza fittizia, è stata realizzata da un solo soggetto in esclusiva, non esiste alcuna complicità di sodali e affini, Juventus ha venduto, ricomprato, rivenduto a se stessa.

Premessa: le azioni dei dirigenti bianconeri sono state irregolari, hanno violato i codici, le intercettazioni sono manifeste ammissioni di responsabilità, le sanzioni erano prevedibili, ma non previste nella loro pesantezza e sembrano conseguenza di giustizialismo più che di giustizia. Giusto condannare, ma sarebbe stato ancora più giusto colpire gli altri club, anche con una ammenda pecuniaria, i giudici hanno scelto la strada a due corsie, lasciando libera circolazione a chi era passato con il rosso.

C’è un aspetto che aggiunge curiosità e, assieme, perplessità: tra i condannati figurano personaggi che non facevano parte del gruppo degli indagati e rinviati a giudizio dalla procura di Torino, due cognomi su tutti: Cherubini e Garimberti. La sanzione nei confronti del direttore sportivo priva la Juventus dell’unica figura che avrebbe lavorato a fianco di Allegri per l’area sportiva, Paolo Garimberti fa parte del cda bianconero, è presidente del Museum juventino e ciò che rattrista maggiormente è vedere, su “Repubblica” on line, che il cognome dello stesso ex vicedirettore del foglio di Scalfari non venga riportato, pur essendo, “Repubblica”, passata di proprietà proprio nel pacchetto di John Elkann. Il quale, azionista di maggioranza di Juventus, non si è ancora espresso sulla vicenda, lasciando il compito agli uffici legali e al servizio stampa bianconero.

Siamo soltanto al primo atto di una storia che avrà ulteriori momenti drammatici per la Juventus e per il suo popolo di tifosi. Oggi le sanzioni travalicano la semplice area agonistica sportiva di una squadra di football, ma riguardano un’azienda (quotata in Borsa) con tutte le conseguenze che esse comportano, finanziarie, contabili, di immagine, di lavoro.

Apertissime due domande. Chi possiede la Juventus può fare a meno del calcio? Forse. Il calcio può fare a meno della Juventus?

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