MARIA MARTIRE DELLA LIBERTA’, LA PIU’ BELLA TRA LE DONNE

Meno uno. Non è un conto alla rovescia, è un conto e basta. I dittatori possono esultare e per primo il bielorusso Lukashenko, presidente e uno degli scagnozzi di Putin al di là dei confini russi ufficiali.

Maria Zaitseva è morta ed è una seccatura in meno, una di quelle seccature che paiono delle zecche tenaci. La scansi e te la ritrovi accanto quando credevi fosse altrove, la levi e la getti tra le ortiche e poi rieccola minacciosa dopo poco. L’unica è ammazzarla, schiacciarla, o sperare che qualcuno lo faccia per te.

E così è accaduto a Maria Zaitseva. Una giovane donna di 24 anni, da noi diremmo ragazza, che dal 9 agosto del 2020 è diventata uno dei volti della protesta contro la dittatura bielorussa, contro le elezioni pilotate che non ammettono contraddittorio, se non minimo e circoscritto, per salvare le apparenze.

Allora, nel 2020, la foto di Maria Zaitseva insanguinata fu uno dei simboli forti della rivolta e lei fu costretta a scappare, per scongiurare il carcere e forse peggio. Poteva trovare accoglienza ovunque in Europa e sulle prime trovò asilo in Repubblica Ceca, l’udito straziato da una granata esplosa quel 9 agosto e i movimenti che non era più quelli di una energica ventenne.

La si credeva ancora lassù, in Repubblica Ceca, anche se in tutta onestà nessuno di noi si ricordava di lei. Tutti noi, presi e affannati per altro, chi a ragione, chi no, non sapevamo che nel frattempo Maria non ne aveva avuto abbastanza e che la sua era una causa per la vita, la sua, quella dei suoi connazionali e a essere onesti anche la nostra. Nel frattempo era partita per l’Ucraina e aveva voluto arruolarsi al fianco della resistenza contro Putin.

Da silenziosa eroina è morta, a Bakhmut, mentre combatteva. Dei sessantacinquemila arrestati durante le proteste del 2020, mille e trecento sono ancora in carcere: una lacrima, ma anche un pugno chiuso con le unghie a incidere la carne li voglio immaginare da parte di tutti loro. E un po’ anche da parte nostra.

Tra pochi giorni in Bielorussia ci saranno nuove elezioni, si fa per dire. Tra pochi giorni Lukashenko sarà decretato nuovamente presidente, senza che sia contemplata alcuna altra possibilità: perché contrariamente a quel che ci diranno, non ci sarà alcuna elezione in Bielorussia il 26 gennaio. Qualcuno continuerà a lottare e a ribellarsi da quelle parti, e ora avrà un volto in più a cui pensare e dal quale trarre ancora più forza. Meno uno, avranno pensato i dittatori, senza pensare che quel sacrificio ispirerà altre anime, anziché reprimerle.

Era bella Maria, era bella davvero, anche senza vestiti firmati ed estetismi fasulli. Era bella e anche un po’ matta, come dovremmo provare a essere tutti, quando si tratta di combattere per quello che conta davvero: la vera, essenziale libertà, quella che ti permette di pensare e dire la tua. Ancora più bella l’hanno resa questa sua tenacia e questa sua forza, questa sua causa che ha voluto mettere davanti a qualsiasi frivolezza e vacuità.

Proviamo almeno a ricordare che la sua causa è un po’ anche la nostra, se davvero, quando ce ne riempiamo la bocca, ci interessano libertà, dignità e diritti.Pubblicità

Un pensiero su “MARIA MARTIRE DELLA LIBERTA’, LA PIU’ BELLA TRA LE DONNE

  1. Elena dice:

    Grazie per aver posizionato per un attimo la lente di ingrandimento sulla dura realtà di un paese silenziato da un governo fortemente repressivo, per aver riportato la memoria alle coraggiose proteste del 2020 velocemente oscurate dalla repressione ma anche dal nostro repentino “passar oltre” sulle notizie e in vista anche delle “elezioni” del 26 gennaio.
    Sarebbe bello anche un articolo sul padre Henryk Akalatovich sacerdote bielorusso condannato a 11 anni di carcere per aver espresso liberamente il suo pensiero .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *