MADE IN ITALY: IL PORNO DELL’UFFICIO LOCULI

Il lavoro a distanza può essere godurioso. Per esempio nel palazzo comunale di Ercolano, l’ ufficio servizi cimiteriali è situato, guarda un po’ le combinazioni, in via Fossogrande. Ma questo è un dettaglio. L’impiegata addetta a sbrigare le pratiche, restando nel settore, ha deciso di ammazzare il tempo, mostrando il proprio corpo in streaming su una linea hot, a pagamento.

Va compresa, per combattere il logorio di richieste su loculi, urne, colombari, lapidi e affini, invece di affidarsi all’aperitivo del carciofo ha scelto la pratica manuale. E così ha creato un secondo lavoro, direi il primo, esibendo al computer il seno e altre superfici, alto-basso-avanti-dietro, non dopo la chiusura degli sportelli, ma in pieno orario di lavoro.

La pratica però veniva interrotta fastidiosamente dalle richieste dei cittadini in presenza, affannati per altre ragioni, cioè quelle di sistemare i propri defunti. Tutti venivano respinti dalla solita risposta di un qualunque ufficio pubblico: ”Siamo chiusi, torni domani”. La gentildonna ha usato il plurale perché l’idea e l’azione non erano solitarie, insieme con Lei i colleghi di stanza partecipavano allo streaming, palpeggiandola e altro tastando, tra gemiti non dovuti allo strazio per il clima cimiteriale.

Sorpresa in fallo da Luca Abete (nella foto), inviato di “Striscia la Notizia”, con le immagini filmate a corredo, l’impiegata non ha smentito, anzi ha mostrato non più il seno ma la poltrona, sulla quale puntualmente si accomodava durante l’esercizio delle funzioni, e il computer video che trasmetteva gli atti cosiddetti impuri, un set da filmino porno fai da te.

Il sindaco di Ercolano, ignaro di tutto, ha scoperto in tv il misfatto e deve essergli andato di traverso il babà. Ha annunciato indagine, punizione, sospensione, licenziamento.

L’ufficio servizi cimiteriali è deserto, la clientela, eccitata a distanza, è infine smarrita e barzotta. Mi è tornato alla mente Foscolo: “All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?”

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