L’ULTIMA CENA FRANCESE NON E’ BLASFEMA: E’ PENOSA

Con questa non ce l’hanno fatta. Napoleone aveva fatto carne da porco di opere italiane, risultano 506 i saccheggi vari per traslocare in Francia quadri, sculture, capolavori del Rinascimento. C’è di tutto al Louvre, ma l’Ultima Cena no, quella sta sui muri del refettorio nel convento vicino al santuario di Santa Maria delle Grazie, Milano.

Che fare, dunque, avrà pensato quel micro genio di Macron? Beh, rifacciamola noi, inventiamoci un cenacolo adeguandoci alle mode, dunque eccola la rappresentazione dell’Ultima (OS)Cena, mi dicono in chiave queer, un po’ di drag queen, danzatori, un mezzo nudo giacente tipo Paolina Borghese del Canova non in marmo bianco ma in carne, pelle, dipinte di blu e barba gialla e criniera da Arcimboldo, microfonato, a concerto femmine poppute, amenità varie, cibo e fiori in quantità industriale, così Leonardo 5.0, si potrebbe pensare.

Ce l’hanno fatta, del resto loro, i francesi dico, ritengono che Leonardo fosse un francese, sì, d’accordo veniva da Vinci ma viveva di baguettes e champignons, al punto che volle cedere la sua Gioconda proprio ai francesi.

Strano che Macron e gli organizzatori dei Giochi non abbiano dipinto una nuova versione del dipinto, chiamandola MONA Lisa, per rendere meglio l’andar dei tempi e, a seguire, San Giorgio e il drag(o) queen di Raffaello, l’(Ex) Vergine delle Rocce di Leonardo, Amore e Psichedelico di Canova, Nozze di (Oronzo) Cana del Veronese.

Potrei proseguire, ma temo di offrire troppe idee ai creativi francesi che, come canta Paolo Conte, le balle ancor gli girano.

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