Cerco una didascalia. Impossibile. Pietro, pensaci tu, adesso in silenzio più di prima, quando ti isolavi non per ispirazione ma per scelta di vita. Ti sei portato appresso cinismo e amore che riuscivi a mandare a nozze disegnando la Morte Nasona e l’Idiota Zen, il riassunto del Tuo pensiero e del Tuo carattere.
Una volta dicesti che dinanzi a certe storie quotidiane non sapevi se metterti a ridere o a piangere. Ecco, questo è il momento in cui nemmeno tutti gli amici di @ltroPensiero ed io dobbiamo scegliere se rigare il volto di lacrime oppure ricordarTi con un sorriso.
La tua malinconia, sotterranea, veniva dal lago davanti al quale trovavi idee, sfuggendo e fuggendo da Milano, Roma e affinità varie. Ma c’era anche una follia infantile, memoria di quel primo esperimento, lo hai confessato proprio tu, quando, all’età di anni tre, ti disegnasti con il pennarello un “ghirigori” sul pisello, provocando gli strilli della nonna.
Restano oltre cento libri tuoi, resta “Du gust is megl che uan”, un semplice gelato trasformato in una battuta splendida poi tormentone di chiunque. Restano le tue docenze, all’insaputa degli ignoranti. La brevità delle tue frasi è stata, ahinoi, la brevità della Tua esistenza. E’ stato bello, molto bello. Portati una matita, Pietro. Chissà.
Grazie per i “ profondi “sorrisi che ci ha regalato, Le sia lieve la terra.