Pure lui dovrebbe pentirsi per l’uso di un verbo che provoca fastidi e allergie. Basta con Angeli negri, Fausto Leali, Canzonissima 1968, basta con i Neri per caso, basta con il Mulino bianco, con l’Omino bianco, con Calimero e Ava come lava, basta con l’olandesina e il bianco che abbaglia. Dovremmo creare un nuovo colore che accontenti tutti.
Come nella barzelletta della scuola del Michigan. La maestra, spedita per porre fine alle lotte tra bambini neri e bambini bianchi, ha un’idea brillante: «Da oggi siamo tutti blu!» e la scolaresca esulta, i bambini si abbracciano, ballano felici ma bisogna riprendere la lezione e, allora, la maestra ordina: «Ognuno al proprio posto, i blu scuro a destra, i carta da zucchero a sinistra». Si replica.