di FRANCESCO BOZZI e PIERLUIGI MONTEBELLI – Se fosse tutto vero… Questa è la premessa d’obbligo che bisogna fare quando si analizza una persona sulla base di dichiarazioni altrui. Detto questo, passiamo ai fatti.
È notizia di questi giorni che l’Onorevole(ssa) Laura Boldrini, già Leu ora Pd (senza passare dal gruppo misto, è già una cosa) è stata accusata da sue ex collaboratrici di poco onorevoli comportamenti.
Piccola precisazione: Laura Boldrini è, comunque e sempre (o quasi), dalla parte delle donne.
Certo, rispetto a Naomi Campbell, famosa per aver percosso e bullizzato le sue dipendenti, la nostra è più moderata, pare abbia solo abusato economicamente di colf e assistenti parlamentari.
Infatti, non ci sembra il caso di scomodare Plutarco descrivendo le Vite Parallele di Laura e Naomi. Ma analizziamo i fatti: partiamo dalla colf moldava.
Intanto il termine colf è strano, non tanto per l’identificazione lavorativa, quanto per il fatto che non ha una vera declinazione maschile o femminile. Perché si sa che la Laura nazionale (Boldrini, non Pausini) è uno strenuo difensore delle donne e del genere femminile… Anzi una strenua difensora. Sarà forse per questo che l’Onorevole(ssa) Boldrini è andata in crisi sul quando corrispondere il sudato tfr alla “colfa”? Lungi da noi il giudicare i fatti, ci sono già altri, spesso tuttologi/tuttologhe, che più di noi hanno il polso/polsa della reale situazione.
Comunque ribadiamo, non è che la Naomi de noantri non voglia pagare il dovuto, ha semplicemente dichiarato che, per oltre 10 mesi, non avrebbe trovato l’avvocato(ssa?) del CAF… Insomma, come a Napoli, c’è il Caf sospeso.
L’altra collaboratrice oggetto di discussione è la sua assistente parlamentare.
Lamenta, la sfortunata, di non aver mai avuto neanche un piccolo aiuto sulle spese, lei che vive a Lodi con tre figli e che quando era a Roma doveva pagare trasferimento, vitto e alloggio partendo da uno stipendio decisamente esiguo.
A questo si aggiunga, almeno sembra, che l’Onorevole(ssa) la impiegava anche in mansioni al di fuori dei suoi compiti contrattuali, senza naturalmente corrisponderle nulla in più.
Ma secondo noi è giusto così!
Perché, come diceva il caro Alberto Sordi ne L’Avaro di Molière: “Il ricco dev’esse avaro, sennò diventa povero”.