LO TSUNAMI DELL’IDIOZIA SU SUOR CRISTINA CHE HA SCELTO DI CANTARE

Chi, nella propria vita, non si è trovato di fronte a delle scelte dolorose e decisive? E quante volte una scelta ne ha poi determinate altre col passare dei mesi, degli anni? Di fronte al bivio tra pillola rossa e pillola blu di matrixiana memoria non c’è mai nulla di definitivo. Si rischia di sbagliare, cambiare idea, imboccare nuovi sentieri e scoprire nuove vocazioni. É quello che è successo a Cristina Scuccia, meglio conosciuta come suor Cristina, divenuta famosa per la sua partecipazione a “The Voice” nel 2014.

Da quel giorno la vita che aveva immaginato in convento prese una piega inaspettata. Non avrebbe mai creduto che la musica avrebbe spodestato, o quantomeno, pareggiato l’amore per Dio. Viaggi, tour, duetti con star internazionali; Cristina non era più solo una suora. Si è vista catapultata nel mondo dei vip grazie alla sua voce e a quella tonaca che non la fece passare inosservata. Senza di essa, probabilmente sarebbe stata una ragazza come tante, senza notorietà e senza che “Verissimo” la ospitasse. E probabilmente oggi non si sarebbe chiesta dove si trovasse davvero il suo posto.

É facile dire che Suor Cristina, all’epoca dei fatti, si fosse montata la testa. In realtà ha scoperto dei lati nuovi della vita a cui non avrebbe voluto rinunciare. Si trattava di una vocazione debole la sua? Probabile. Ma si può essere fedeli a Dio in tanti altri modi e maniere. Ci vuole coraggio nel tornare indietro e rinnegare una scelta presa forse in età troppo acerba. E’ così che, dopo 15 anni, ha deciso di lasciare le suore Orsoline per dedicarsi anima e corpo alla musica, e nel frattempo lavorare come cameriera in Spagna. Ha capito che incidere dischi la rende più felice che prendere i voti. E per questo va rispettata.

Se la realtà religiosa le iniziava a stare stretta, ha fatto benissimo a scegliere la libertà di essere felice. Ma non è la sua scelta a lasciare basiti. Molto di più la mandria di stupidi che dopo l’annuncio si sta esprimendo al solito modo molto umano sui social. Uomini e donne, senza nessuna distinzione.

Alcuni ceffi si sono proposti sessualmente per “farle recuperare gli anni persi”. Altri hanno insinuato che la ragazza abbia fatto questa scelta perché ha scoperto l’esistenza di un altro tipo di “microfono”. Chi afferma abbia cambiato “cappella”, chi la chiama “Cristina Ciuccia”. Frasi e concetti di una bassezza infinita, figli di una società maschilista che vive ancora di preconcetti sulle donne e di perversioni sulle suore. Le donne da parte loro la accusano di aver preferito i soldi, il successo, la notorietà, di aver abbandonato Dio. Qualcuno l’ha giudicata persino per il suo trucco, considerato eccessivo per un’ex suora. “Guardatela, è irriconoscibile. Questa non è mai stata suora, ascoltate a me”, esprime una signora su Facebook, probabilmente spinta da invidia o infelicità, e quindi incapace di gioire per il benessere degli altri. “Ascoltate a me” dice, dall’alto della sua cattedra abusiva.

Questi moralisti giustizieri sono poi gli stessi che stanno in silenzio di fronte a preti pedofili, suore violente, parroci col vizietto delle escort. Preferiscono massacrare una ragazza soltanto perché ha scelto di investire sulla sua felicità, ammettendo con onestà di aver commesso in passato un errore.

Avere la possibilità di vivere la propria vita come meglio si desidera non preclude quella di amare Dio. Cristina ha preso questa scelta senza avere la sicurezza di sfondare nel mondo della musica. Quanti, al suo posto, mollerebbero i confort della vita consacrata? In pochi. Molti preferiscono agire nell’ombra, tra peccati e trasgressioni, difesi da questi arbitri armati di clava e cattiveria.

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