LO SPORT NON E’ ROVINATO DAGLI SCEICCHI, MA DAI TIFOSI

Il calcio è sempre stato uno sport che ha unito, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore. Al contrario di quello che alcuni pensano, ossia che “il calcio è vedere undici sciocchi dietro ad una palla”, questa disciplina – come tante altre – ha un valore che va ben oltre il banale concetto di intrattenimento.

Ma bisogna riconoscere che il calcio non è più lo sport di un tempo, e non bisogna attribuire ogni responsabilità ai diritti televisivi o alla scesa in campo di magnati e procuratori con i loro prezzi smisurati e le loro folli commissioni.

A sporcare questo sport, negli ultimi anni, è stato il tifoso medio che, senza rendersene conto, si è accanito a livelli spropositati, perdendo di vista la realtà dei fatti.

A titolo di testimonianza racconto quello che è accaduto all’amico Matteo Mosconi, un ragazzo con cui condivido la fede per il Milan e la passione per il giornalismo.

Matteo, telecronista e opinionista su Neetwek, oltre a tifare rossonero, è un grande tifoso della Pro Vercelli. Martedì sera si trovava allo stadio Comunale Città di Gorgonzola in occasione del primo turno play-off tra la Giana Erminio e, appunto, la Pro Vercelli, quest’ultima sconfitta per 3-0 al termine di una prestazione sontuosa da parte della Giana. Al termine della partita, una parte del tifo bianconero, dal proprio settore ospiti chiama a raccolta i calciatori della Pro Vercelli per contestare e manifestare dissenso. Matteo, al contrario degli altri, ha preferito applaudire i ragazzi e far sentire tutto il suo sostegno, chiedendo la maglia a Daniele Sarzi Puttini in segno di vicinanza, mostrando di tenere a loro nonostante la sconfitta.

Questo gesto non è stato accolto con diplomazia da alcuni membri della tifoseria sopracitata: in tre o quattro hanno puntato e aggredito Matteo, cercando di strappargli la maglia che Puttini, con piacere, gli aveva regalato. Alla fine, tra gli insulti, sono riusciti nel loro intento, rigettando la maglietta in campo, nello stupore di un Matteo incredulo e molto provato per l’accaduto. La Pro Vercelli, una volta saputa la vicenda, si è messa in contatto con Matteo, mostrando la sua solidarietà e inviando una maglia di Sarzi Puttini autografata. Ma difficilmente Matteo tornerà in mezzo a quella curva; non la vedrà più con gli stessi occhi, non respirerà più quell’idea di fratellanza e unione che dava per scontato ci fosse.

L’episodio che è capitato a Matteo è soltanto la punta di un iceberg più profondo che, online ed offline, mostra il peggio di sé. E’ complicato comprendere il perché il tifoso medio si sia trasformato in una bestia assettata di violenza. Forse a causa della tossicità social, di idoli incoscienti che non perdono occasione di aizzare la folla con gesti, frasi e cori al microfono, rendendo il clima ancora più ostile. Negli anni si è andati oltre lo sfottò e ci si è dimenticati della sportività. Il tifoso non ha più rispetto, né consapevolezza.

La loro squadra perde? Insulti all’allenatore. La loro squadra si fa soffiare un calciatore dall’eterna rivale? Minacce di morte alla proprietà. L’arbitro non fischia un rigore a favore? Moglie e figli presi di mira con aggettivi ripugnanti. Un tifoso decide di adottare un approccio gentile ed educato? Aggressioni e maglie strappate.

E se questo è il tanto decantato “calcio dei tifosi”, mi tengo gli sceicchi e la Superlega. Non potranno mai sporcare questo sport più di quanto non abbiano già fatto coloro che, inconsapevolmente, hanno attribuito al calcio l’unico senso dalla loro povera esistenza.

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