L’ITALIA IN BICI E SENZA ROTELLE

di TONY DAMASCELLI – Nel calendario UCI, appena messo in circolazione, non è previsto il giro d’Italia in mascherina, kermesse che vede in testa, a tirare il gruppo, Colao Vittorio from London, seguito a ruota da Sala Giuseppe e Appendino Chiara, due outsiders che però hanno approfittato della distrazione degli altri corridori, per tentare la fuga a tre.

L’idea del “task force chief” è quella che gli italiani debbano inforcare la bicicletta, svuotare torpedoni, tram, treni, metropolitane, per debellare ogni contagio da assembramento. Buona l’idea, ma.

Per i sindaci di cui sopra, a Milano e Torino, nei siti di piazza della Scala e piazza del Palazzo di Città, si fa in fretta, il velocipede brilla per il suo fascino vintage, ha cestino in vimini travestito da fioriera, con foularino appresso, ovviamente Hermes o giù di lì, eventuale minisegugio, Volpino di Pomerania ai massimi, di razza pura, al quale è stato dato nome di uomo o di donna, Andrea è bisex,  reduce, il cagnolino, dall’allevamento, di razza pure quello, bottiglietta d’acqua in caso di arsura improvvisa, borsetta porta attrezzi in pelle odorosa, con le iniziali del titolare del ciclomezzo.

Voilà, così si deve vivere e così si deve pedalare: all’alba il plotone di carpentieri, manovali, operai/e, impiegate/i, scoprirebbero il piacere perverso, così devono fare, lasciando deserti i vagoni puzzolenti dei pendolari e anche i bus, via nella canicola estiva o nell’aria umida autunnale, via, zigzagando tra le buche e le rare autovetture e motociclette, la vita è bella, la città e le fabbriche aspettano il plotone, mentre i piazzali dei parcheggi resteranno vuoti, ci sarà la grande bellezza delle biciclette messe in fila come in piazza Dam ad Amsterdam.

Thank you mister Colao e grassie sciur Sala e madamima Appendino, viva l’Italia su due ruote. E senza rotelle.

Un pensiero su “L’ITALIA IN BICI E SENZA ROTELLE

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr. Dott. Tony Damascelli,
    l’invidia è una brutta bestia, ma anche un formidabile propellente .
    Non l’invidia come vizio capitale , ma intesa come stimolo ad emulare positive condotte, e magari a fare ancora meglio.
    In tal senso, ho la netta sensazione che lei sia invidioso di conclamati ed autorevoli ciclofili, che corrispondono alle prestigiose firme di GATTI Cristiano , COSTA Angelo e STAGI PIER Augusto.
    Tutto ‘sto panegirico per la sua ITALIA IN BICI , che condivido …invidiosamente.
    Non foss’altro per quell’accenno alla MANCANZA DI ROTELLE che , come può malignamente presumersi , non ritengo riferito ad accessori meccanici del cd. cavallo d’acciaio.
    Un Tizio (di cui da male assoluto va a finire che se ne rimpiangerà l’acume, non solo politico) diceva che a pensar male si fa peccato , ma spesso ci s’indovina.
    Ecco , in tempi in cui si richiede un eccellente funzionamento delle ROTELLE di cui lei credo parli anche ad evitare , cambiando ovviamente sport, un fastidioso giramento di PALLE, è un vero peccato dover prendere atto di come sulla bicicletta si possano avere certe “pensate”.
    A questo proposito e giunto a tal punto, visto che ormai ne ho dato conto, provo INVIDIA anche per un soggetto (cinematografico) come il Rag . FANTOZZI : forse ricordo male, ma prospettare l’ …inforcare quotidianamente la bici , generizzandole l’utilizzo altresì come una sorta di panacea anti-Covid19 , sarebbe stata battezzata come “..una cagata pazzesca” . FANTOZZI dixit, con annessa e scriminante licenza artistica .
    A preventivo baluardo di un uso censoreo o, peggio, circa una insussistente finalità denigratoria da parte delle ROTELLE di cui sopra.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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