L’ITALIA FURBA E DEPRIMENTE DELLA FALSA RESIDENZA

Nella sua fastidiosa stortura, la notizia sulle prime quasi suscita ammirazione: per l’ingegno, equamente diviso tra guardie e ladri.

Partiamo da questi ultimi. Trattasi di una novantina di volpi che hanno acquistato casa in Liguria, in alcune località di villeggiatura. Prendendosi poi la residenza che so, a Celle Ligure, Albenga, Albisola, pur continuando a vivere a Torino o Milano o Vigevano. I vantaggi? Esenzione dall’IMU, tassa sui rifiuti più bassa, agevolazioni fiscali di vario tipo ed entità.

Qualcosa però alla Guardia di Finanza non tornava: consumi bassissimi di acqua, luce e gas per esempio, nessun figlio iscritto alle scuole locali, nessun medico di famiglia scelto in Liguria. Ovviamente, le magioni nel frattempo erano affittate in nero…

Le indagini hanno avuto risvolti da film di Dino Risi: i militari che citofonavano a Borgia Verezzi e l’inquilino che in tempo reale rispondeva dal telefonino a Mortara; sfogliavano i registri di una classe a Varazze, ma gli studenti erano al liceo di Cassano d’Adda; un appostamento in stazione per scoprire se davvero una pendolare prendesse ogni giorno l’inesistente littorina Finale Ligure-Torino per andare a lavorare.

Insomma alla fine De Sica ha smascherato Totò e Peppino con gli spaghetti in tasca: una truffa da 300.000 euro attualmente contestata agli evasori, ma – immagino – destinati a lievitare. Sappiamo tutti bene che l’occasione fa l’uomo ladro e la morsa fiscale, il costo della vita, dell’energia, degli accessori sta diventando per molti insopportabili. Anche se sappiamo che per l’onesto questi alibi non reggono, così come nessuna scusa basta al disonesto. Però insomma un conto è arrangiarsi e faticare, imboccare scorciatoie o aggirare qualche ostacolo, ben altro è allestire una molteplice evasione, sofisticata e reiterata, per di più creandosi un reddito supplementare non dichiarato. Un costume, questo delle false residenze, che ormai fa parte del bagaglio culturale – diciamo così – del made in Italy. C’è gente che lo esibisce come un colpo d’ingegno, e anzi prova una certa pietà per chi non ci arriva. Italiani. Salvo poi dire che i ladri stanno tutti a Roma, seduti nella politica.

Che poi, già che amate la Liguria, perché non vi siete fatti spiegare bene da loro, dai nativi e residenti reali (maestri assoluti) come si può vivere onestamente, risparmiando anche sull’aria che si respira?

Quando ho raccontato questa storia al mio amico Lino, genovese, mi ha risposto seccato: “Vengono a fare i furbi proprio a casa nostra, che il buongiorno la mattina non lo diamo: lo prestiamo”.

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