L’ITALIA DI MANCINI, BELLA ANCHE IN SCENEGGIATE

di GIORGIO GANDOLA – Un’arma di distrazione di massa. Nella vittoria dell’Italia sul Belgio, Ciro Immobile ha avuto quel ruolo e lo ha ricoperto benissimo. Altro non si ricorda. Volenteroso nel dare una mano ai compagni a battere i falli laterali ma del tutto inutile in area avversaria, il centravanti di Torre Annunziata ha meritato il premio di 150.000 euro (la semifinale questo vale) per un solo gesto, quello della comparsa cinematografica. È tutto in un video di 15 secondi, nel quale purtroppo è stata ribadita anche la caratteristica storica più poveraccista dell’italiano speculatore: la sceneggiata.
La clip che sta girando vorticosamente sui social comincia con il Ciro che si rotola in area di rigore belga nella speranza di lucrare un penalty, di ingannare l’arbitro sloveno di turno ingigantendo a dismisura gli effetti dell’intervento di un avversario, tanto che il fiammingo lo manda platealmente a quel paese. In questi casi il rimpianto Sandro Ciotti usava dire alla radio in tempi non sospetti: «Si accascia come colpito da virus folgorante». Ci siamo capiti.

Fuori campo, intanto, si fa la storia: la palla finisce a Barella che dribbla un paio di avversari e fa gol. Nel video si vede un lampo bianco, il pallone che passa. E si intuisce il boato con il delirio successivo di giocatori italiani dediti agli abbracci di rito. Ma una telecamera (pigra o occhiuta fa lo stesso), non si muove dal nostro Ciro devastato dalla presunta pedata. E cosa coglie? Lo sapete già, esattamente quello che state pensando.
Immobile solo di nome, il centravanti moribondo improvvisamente si alza, si guarda attorno circospetto e valuta la situazione: vede i belgi delusi per avere subìto il gol, l’arbitro che va verso il centrocampo. Nessuno se lo fila più. Allora decide di far finta di niente e di affrettarsi verso i compagni che festeggiano, preoccupato (ancor più nell’era social) di non rimanere fuori dalla foto ricordo del gol. Ma fino a un attimo prima non aveva la caviglia distrutta? Non si rotolava così in fin di vita da spaventare mammà? Ingenui, voi che state ancora a credere alle favole. Il Ciro aveva tentato la sceneggiata perfetta e quando si è accorto che nessuno ci era cascato, si è sollevato spolverandosi i calzoni come uno stuntman che si rispetti a scena finita.
Un’arma di distrazione di massa, un ruolo in cui i brasiliani sono campioni del mondo (come casca Neymar nessuno mai), gli argentini usano la variante Evita (Dybala e Lautaro hanno una raffinatezza tangheira), ma anche noi contiamo su storici fuoriclasse come Chiarugi e Pippo Inzaghi, che Alex Ferguson definiva “un ragazzo nato in fuorigioco”. Sta crescendo bene anche Chiesa, può darci soddisfazioni.
Siamo in semifinale, giochiamo un calcio migliore di quello che ci portò a vincere il Mondiale nel 2006, abbiamo una squadra formidabile, umile e dall’identità precisa. Ma da certi vizietti non saremo mai immuni. Purtroppo, per il mondo continuiamo ad essere anche quella roba lì, un po’ camerieri e un po’ ruffiani. «Vatti a fidare del teatrino italiano», dicono a Bruxelles con effetti che di solito vanno ben oltre una partita di pallone. Quando noi ci rotoliamo l’Europa che fa? Ci fa rialzare in piedi a colpi di spread.

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