L’INSOSTENIBILE PESO DEL FALLIMENTO A 19 ANNI

Non sappiamo cosa sia davvero successo alla studentessa dell’università Iulm di Milano, trovata morta all’interno di un bagno dell’ateneo la mattina di qualche giorno fa.

Non lo sappiamo e non siamo nemmeno autorizzati a fare ipotesi. Perché se davvero si è trattato di suicidio, le ragioni di un gesto così definitivo potrebbe rivelarle soltanto lei.

E’ però innegabile che fatti di questo genere inducano a pensare, e lascino in tutti, anche in chi semplicemente legge la notizia sul giornale, un senso di sconfitta.

Troppo pochi 19 anni per decidere di farla finita.

C’è, ci deve essere per forza una soluzione al problema, a qualunque problema: ma a quell’età, probabilmente, non si vede via di uscita, l’orizzonte è nero.

Però se lo sguardo è quello di un adulto tutto si ridimensiona. Ecco che allora la salvezza può essere proprio l’incontro con chi riesce a far vedere le cose da un altro punto di vista, una prospettiva che sfuggiva.

Questa persona “più grande” può essere un familiare (anzi, sarebbe auspicabile che lo fosse), ma può anche essere un insegnante che, saggiamente, non dimentica di essere un uomo, oltre che un professore.

Mentre scrivo mi accorgo di avere una visione alquanto romantica, probabilmente condizionata dal cinema (L’attimo fuggente, Monna Lisa Smile… potrei continuare).

C’è chi, forse anche con ragione, mi farebbe notare che il mondo è cattivo e che prima impari a sgomitare, prima riuscirai a salvarti e poi a emergere.

Ma per sopravvivere prima ed emergere poi, è necessario partire per la “guerra” della vita adeguatamente equipaggiati, con la giusta corazza e le armi affilate. E tutto questo armamentario si acquisisce in età giovanile, e non sempre ci si riesce da soli.

Ecco perché tutti hanno bisogno di un appoggio fatto anche di semplici parole.

E a questo proposito ripenso a me studentessa universitaria, proprio dello Iulm di Milano.

Matricola dell’ateneo, privato e costoso, sentivo in pieno la responsabilità di dover riuscire in un percorso di studi costato il sacrificio dei miei genitori. Il primo giorno di lezione mio padre mi disse: “Tu fai del tuo meglio, ma stai tranquilla: non fosse la tua strada, ne troverai un’altra”. Poche parole, dette a cena, una sera come tante, che si sono però rivelate solidissimo appoggio per tutti i miei anni a venire.

Chissà se a quella ragazza classe 2003, forse timorosa di avere deluso la sua famiglia perché non brillante nei risultati, sarebbe bastata una rassicurazione simile.

Me lo sto chiedendo e, contemporaneamente, da mamma, cerco di non far mancare il sostegno a mia figlia, che ha la stessa età ed era compagna di corso di quella povera ragazza.

Un pensiero su “L’INSOSTENIBILE PESO DEL FALLIMENTO A 19 ANNI

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Un vero fallimento, un vero peccato. Quante parole per rassicurare, tantissime. Quante carezze, quanti sguardi pieni d’amore e di comprensione, quanti racconti del coraggio. No, dalla scuola e dall’università non ci dobbiamo aspettare nulla, se poi succede che qualcuno brilli di saggezza e di spontanea vicinanza ben venga, ma non ci si può proprio contare su questo. Sono ancora oggi alle prese con le rassicurazioni, quotidianamente, perché la mia piccola ha un carattere insicuro e i suoi occhi chiedono aiuto. Con la grande non ho ancora smesso, certo, ma gli interventi oggi sono molto meno frequenti, cammina dritta finalmente. E’ un mistero il suicidio spesso, se di suicidio si è trattato non possiamo conoscere le profondità da cui è emerso il mostro. Ma di certo se là fuori confermiamo che si tratta di jungla, la casa non può proteggere solo con i muri. E’ altrettanto vero che sento di tanti genitori che cercano in tutti i modi di aiutare, eppure i loro ragazzi non sentono la vita, lo spazio, il tempo. E decidono di addormentarsi. Lì, dove il genitore non riesce da solo, gli altri potrebbero essere decisivi. Insomma, una grande sfida quella di far sentire la vita come una vera opportunità e non una sciagura, o qualcosa che non vale la pena che sentono nel cuore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *