LINEKER ITALICO CERCASI

Gary Lineker ha smaltito due giorni di squalifica, la prima nella sua carriera, da calciatore nemmeno un’ammonizione, tra Leicester, Everton, Tottenham, Barcellona e Nagoya Campus, 569 presenze, 281 gol, oltre alle 80 partite in nazionale e le 48 reti. Ma la sospensione (per aver commentato come naziste le leggi del governo sull’immigrazione) è stata decisa da Bbc che, nel giro di quarantotto ore, ha poi chiesto scusa, reintegrato Lineker, spiegando l’equivoco con il fatto che Gary Lineker non è un giornalista ma un conduttore di programmi sportivi (a 1 milione e mezzo di sterline annuali fino al 2025), quindi non è oggetto del regolamento che riguarda la redazione giornalistica.

L’ammutinamento di tutto l’ambiente calcistico britannico, opinionisti, calciatori, ex e in attività, ha messo off side Bbc, ma la domanda sorge spontanea: che sarebbe accaduto sulle nostre reti, pubbliche e private, con un caso simile? Immaginate Costacurta o Del Piero, Marchegiani o Pagliuca, Pecci o Nela, pronti a discutere su un rigore non fischiato e sulle scelte di un allenatore, ma a debita distanza da qualunque problema che riguardi la vita quotidiana. E mettiamo pure che uno avesse osato oppure osi criticare il governo, Meloni oggi o Conte ieri, per le politiche sull’immigrazione, sul Covid e su qualunque altro tema?

Al di là delle eventuali sanzioni adottate da Sky, Mediaset o Rai, qualcuno scommetterebbe sulla solidarietà e “ammutinamento” di tutto il mondo del calcio, dunque ferme le trasmissioni con giacca o senza giacca, le moviole, le interviste, Leotta e Pardo a riposo, soltanto le immagini delle partite?

Lo escludo, meglio il silenzio come hanno scelto di fare i don Abbondio di tutte le televisioni, nazionali e locali, nemmeno un’opinione sulla questione inglese, tengono tutti famiglia, dunque l’indipendenza non è una clausola del contratto, semmai il contratto impone la dipendenza e limita il pensiero e la parola.

Per la proprietà transitiva, però, dovrebbero essere messi all’indice quelli di Rai 3 che osano criticare il governo, quando non è quello della parte-partito di riferimento: ma anche in questo caso prima di tutto il 7 e 40. Che non è l’ora della messa in onda.

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