L’IMPORTANZA DI PIANGERE UN PILOTA EROE

L’attore e regista Clint Eastwood negli ultimi anni ha diretto film che raccontano storie esemplari di eroi sostanzialmente sconosciuti, ma capaci di gesta straordinarie, per coraggio e valore civile. Come se, narrando di loro, volesse mostrare con spirito patriottico l’impalcatura invisibile su cui poggia la grande nazione americana, pur non esente da difetti.

Tornando ai fatti di casa nostra, è di queste ore la notizia del pilota che mentre volava sopra Asiago ha subìto un infarto cardiaco. Renato Fornaciari, questo il suo nome, ha avvertito un malore, è riuscito ad atterrare con il suo passeggero indenne, si è accasciato ai comandi appena completate le operazioni di volo ed è poi deceduto, nonostante le cure mediche ricevute. Aveva 73 anni, grande esperienza nei cieli e stava lavorando per la produzione di un film sulla prima guerra mondiale, accompagnando un cameraman per girare scene d’alta quota. Originario della provincia parmense, viveva da anni nel Trentino.

Non è dato sapere cosa abbia pensato, quanto dolore fisico abbia provato, di cosa sia stato consapevole.

Ma ha ragione Eastwood: queste storie vanno narrate. Probabilmente ognuno di noi nella vita è stato capace di gesti nobili e altruistici, pur senza arrivare necessariamente a salvare la vita a qualcuno, e nel contempo abbiamo compiuto viltà o azioni di cui col tempo non siamo affatto fieri. Promuoviamo la bellezza e raccontiamo la solidarietà e il coraggio, non diamo troppo spazio ai violenti e agli egoismi: anche questa è una funzione sociale.

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