LA PATACCA DELLA MELONI SULLA BENZINA E’ IMPERDONABILE

Come è difficile rimanere coerenti, come è difficile rimanere fedeli ai proclami.

Chi si ricorda la nostra Meloni, spalleggiata sul tema da Salvini, quando iniziò nel 2019 la sua feroce battaglia contro le accise, contro lo Stato ladrone che su 50 euro di carburante se ne intascava 35? Fece pure girare un video farsa nel quale, al momento di versare il cinquantone, due guitti le ricordavano che al benzinaio ne sarebbero arrivati solo 15, per via delle imposte arbitrariamente accumulate nel tempo.

Da allora è sempre stato un punto all’ordine del giorno, abbattere le accise del governo ladro, fino a ieri l’altro, fino a prima dell’elezione a primo ministro e qualcuno ci ha pure creduto. Qualcuno, magari indeciso, l’ha pure votata per questo motivo.

Ma noi, i più, compresi i più che l’hanno votata, lo sapevamo e ora quasi ci fa tenerezza, oltre che rabbia. Un po’ meno tenerezza, molto meno, quando ci avviciniamo al distributore, ma in fondo un po’ sì. Perché il cittadino è sempre meno babbeo di quel che sembra e a quelle promesse non ha mai creduto.

Forse ci sperava, come si spera nella magia dell’illusionista, sapendo che comunque un trucco c’è, ma in fondo tutti sappiamo bene, almeno in questo Paese, che una tassa è un privilegio acquisito e mai si torna indietro. Se per caso una tassa scompare è solo perché ha cambiato nome, per ripresentarsi tale e quale sotto mentite spoglie.

Quale governo non si farebbe bello vantandosi di avere eliminato tasse che da decenni strapazzano tutti, quale governo non lo farebbe immediatamente guadagnandosi i favori eterni di noi tartassati? Lo sappiamo bene, non si fa perché non si può, perché ci sono bilanci da far quadrare, equilibri da mantenere, crisi sempre dietro l’angolo e in più evasori fedelissimi e affezionati. Semplicemente.

Ora, proprio quando si presenta l’occasione di mantenere la promessa, la Giorgia non ce la fa e nemmeno la sfiora l’idea. Semplicemente perché non si può, come non si poteva allora e come forse mai si potrà, e lei, come gli altri, lo sapeva benissimo. La benzina, così, torna cara come il demonio, vedi i nuovi prezzi dell’anno nuovo. Con tanti saluti al video beffardo e demagogico della Meloni sulle barricate, forse neppure parente della Meloni premier.

Se togli le accise, riceverai applausi a scena aperta, ma sia gli attori sul palcoscenico quanto gli spettatori, noi, sanno perfettamente che lo sconto si ripresenterà sotto altra forma, sotto altra fregatura qualcuno dirà.

I programmi si fanno con severità e con realismo, è bello e affascinante credere di poter fare la rivoluzione populista, e va bene, mi è scappato l’aggettivo maledetto, ma una volta al timone, in un modo o nell’altro tocca fare i conti con i provvedimenti impopolari, quelli che fanno stare in piedi la baracca. E amen.

Ci dirà che ora non si può, che è un obiettivo per i prossimi mesi, per i prossimi anni. Chissà perchè un anno fa invece Draghi doveva.

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