LIBERATE IL MERLO MASCHIO

Il merlo maschio è afflitto e denutrito, smemorato e senza denti, ha 87 anni ma “ne dimostra 115”, dice il suo medico Fulvio Tomaselli. Che aggiunge, su un post Facebook e un’intervista: “Ha perso 30 chili in breve tempo”. Secondo il figlio Massimiliano, “non è più lucido e parla balbettando”.

Così sarebbe ridotto Lando Buzzanca, merlo maschio italiano per eccellenza da più di mezzo secolo, dopo che il film così intitolato e diretto da Pasquale Festa Campanile gli diede notorietà internazionale nel 1971. L’attore arrivava da un crescente successo e tanta simpatia da parte del pubblico grazie alla tv, in particolare dopo la fortunata serie “Signore e signora” con Delia Scala, ma non era (e non sarebbe mai stato) celebrato granché dalla critica, nonostante abbia recitato in un centinaio di film, in moltissime commedie teatrali e sia arrivato – nella seconda parte della carriera – anche a ruoli drammatici molto impegnativi e con eccellenti risultati.

Mascellone battutista e sciupafemmine sul set e nella vita, risata corposa e coinvolgente, copioni e dialoghi costantemente sul filo dei doppi sensi (quando non erano riferimenti più che espliciti…), gli fu ispirato persino un fumetto pornosoft negli anni Settanta, mentre girava pellicole al fianco di meraviglie femminili come Barbara Bouchet, Claudia Cardinale, Catherine Spaak, Gloria Guida, Edwige Fenech, Senta Berger, Joan Collins…

Negli ultimi venti anni, invece, qualcosa è cambiato nei consensi istituzionali grazie ai grandi successi televisivi di “Mio figlio” e de “Il restauratore” al fianco di Martina Colombari, arrivando a una nomination per il David di Donatello e vincendo il Globo d’oro quale miglior attore.

Buzzanca è passato anche attraverso un tentato suicidio (si tagliò le vene 10 anni fa, ma riuscirono a salvarlo) e una ripresa sorprendente, tanto da avere attualmente al fianco Francesca Della Valle, che ha 40 anni meno di lui. Anche la donna ha denunciato la RSA dove era ricoverato da mesi a causa di una malattia invalidante, denuncia arrivata dopo che Lando è stato trasferito al Gemelli di Roma a causa di una caduta avvenuta proprio all’interno della struttura dove era ospitato. Una specie di lager, a sentire gli strali del suo medico personale, della compagna e del figlio, dove è curato malissimo, denutrito, trascurato e ha subìto un tracollo psichico e fisico impressionanti. Scheletrico, allettato con piaghe da decubito, “è stato imprigionato da uomo sano, forte e libero, a causa di un amministratore del patrimonio con il beneplacito di un giudice”, continua Tomaselli in pubblico e su Facebook (“Me ne frego della privacy: questa situazione va denunciata pubblicamente”).

A quanto pare sarà dimesso dal Gemelli fra pochi giorni, potrà tornare a casa, ma la partita con la giustizia è appena cominciata, perché parenti e amici non intendono restituirlo a quella RSA che lo avrebbe devastato. E’ il triste copione della sua ultima storia, speriamo con un lieto fine grazie alla tenacia di chi gli vuole bene.

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