Prima un suo bel gesto, niente da dire: terminando di cantare, pronuncia forte nel microfono una frase ineccepibile: “Giustizia per Willy”. Applausi, bene, brava. Ma bisognerebbe fermarsi lì, un grande gesto che si commenta da solo. Invece lei, scesa dal palco, ci mette subito sopra il carico, proprio quel carico che sinceramente non si può più sopportare, da italiani con tutti i nostri limiti e i nostri difetti. Queste le parole in aggiunta: “In questo gesto orribile c’è un messaggio dietro che io ho notato, anche nella comunicazione: si cerca di addolcire l’immagine degli assassini. Ho letto tra le righe un perbenismo forzato nei loro confronti perché cittadini italiani. Non è stata fatta la stessa cosa con Willy: non ha ottenuto il rispetto meritato, come essere umano, perché figlio di extracomunitari”.
Quindi, ti pareva, la conclusione tombale e tranciante: “C’è stata comunicazione sbagliata, da cui si denota che l’Italia oggi è un Paese razzista”.
Cara ragazza, vediamo di capirci. A nome del mio Paese, che sarebbe anche il tuo, e che certo si deve autoflagellare per molti motivi, vorrei solo farti presente questo: per una volta, tutti quanti, senza distinzione, senza se e senza ma, hanno amato tantissimo il povero Willy, sentendolo come un piccolo martire di casa, come figlio e come fratello. Non solo. Quanto ai suoi assassini, tutti quanti, senza distinzione, senza se e senza ma, si sono messi in coda per manifestare il disprezzo e la rabbia per il loro delitto, per il loro stile, per la loro cultura, per la loro visione della vita. Altro che immagine addolcita.
Per cui. Stavolta, almeno stavolta, l’accusa all’Italia d’essere un paese razzista non c’entra proprio nulla. Ti dirò di più: c’entra come tu c’entri con con la saggezza e il buonsenso. Non te lo dico perchè tu sei figlia di madre brasiliana e io sono razzista: te lo dico semplicemente perchè spari idiozie. Vedi di tornare a cantare e finiscila col moralismo a gettone. Non ti permettere mai più di trattare l’Italia a questo modo: non siamo granchè, ma meritiamo di meglio della tua lezioncina. Credimi.