LETTERE A MANCINI – 2

 

di CRISTIANO GATTI – Caro ct Mancini, se davvero l’obiettivo che si era dato al suo arrivo era “risvegliare l’entusiasmo degli italiani per la nazionale”, può mettersi tranquillo: obiettivo centrato in pieno.

Guardandoci in giro, magari con l’animo sgombro di un marziano sbarcato due ore fa dal suo trabiccolo spaziale, sembra che l’Italia abbia dimenticato il Covid, il Pil, il debito pubblico, come se improvvisamente si ritrovasse in una delirante euforia mundial, come se realmente avessimo vinto un altro titolo mondiale. Su questo infiammato ritorno del sovranismo più condiviso, nessuno può permettersi di discutere: il merito è tutto suo e dei suoi devoti giocatori. E non c’è altro da dire.

O forse no. Una sola cosa resta da dire. Magari gliela dico io, sapendo di diventare subito antitaliano e gufo, senza possibilità di difesa, magari spiegando che è solo il tentativo di osservare la realtà e avviare dei ragionamenti in serenità. Niente, mi espongo rassegnato alla ghigliottina e le dico questo: lei e la sua nazionale, in definitiva, sembrate in tutto e per tutto i nostri ragazzi impegnati proprio in questi stessi giorni nell’esame di maturità. Anzi, chiedo scusa: si chiama esame di Stato, così vuole il burocratese politicamente corretto, anche se poi comunque chiediamo ai ragazzi di dimostrare la loro maturità.

In ogni caso: loro e voi avete lo stesso problema, cioè sbaraccare diffidenza e scetticismo. I ragazzi da settimane rivendicano con orgoglio di affrontare un esame vero e serio, anche se contornato da ministri che chiedono ai professori tanta indulgenza causa terribile periodo Covid, anche se decapitato della prova sovrana del tema scritto, anche se, anche se.

Quanto a voi, dovete dimostrare che anche i vostri esami – già superati con lode – sono comunque seri, probanti, attendibili, nonostante si chiamino Turchia e Svizzera, senza poter oggettivamente stabilire chi delle due sia meglio (o peggio).

Lei e i suoi giocatori, come i ragazzi della maturità, non fate che rivendicare il diritto al rispetto e al superlativo, rimarcando con parole ferme quanto “Turchia e Svizzera siano squadre forti”. Legittimo. Ci mancherebbe altro.

Qui fuori, nella piazza italiana, inevitabilmente c’è la forte tentazione di credervi, di considerare i 3-0 su turchi e svizzeri come dure prove superate col massimo dei voti, Donnarumma immerso nelle vacanze romane, Jorginho nuovo Pirlo, Bonucci nuovo Cannavaro, eccetera, eccetera.

Ma è chiaro che qualche dubbio resta. Se per ipotesi tutti i nostri ragazzi superano in massa l’esame di Stato, con voti alti, si possono tirare due conclusioni: abbiamo una generazioni di nuovi geni, preparatissima, oppure è un esame farsa. Per quanto riguarda voi, stessa cosa: o contro Turchia e Svizzera abbiamo davvero schierato una nazionale di fenomeni, capaci di non fare mai tirare in porta gli avversari, oppure questi avversari erano piuttosto impediti.

Tutto qui, il dubbio che resta. L’unico. Senza essere contro, senza fare gli snob: un puro e semplice dubbio. Per i ragazzi dell’esame di Stato mai nessuno potrà chiarirlo, per voi invece sono previste verifiche e risposte definitive, al di là di ogni ragionevole dubbio: andando avanti con gli Europei, si faranno sotto altri avversari, verosimilmente sempre più forti, e allora sapremo. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare, sperando che alla fine la riposta sia quella già data dai più ottimisti: sì, l’Italia ha una nuova nazionale di fenomeni.

Dopo tutto, le due partite dell’Olimpico ci hanno collocati tutti quanti su una grande terrazza, affacciata su un magnifico panorama: bisogna solo capire se siamo destinati a godercelo in santa pace, oppure se al primo passo falso siamo destinati a volare giù di sotto.

Adesso come adesso, è dolce cullarci in questa bellezza pop. A lei e ai suoi azzurri la missione speciale: chiarirci se abbiamo davanti un effetto ottico, un miraggio, un’illusione, oppure se abbiamo davanti un fatto concreto. Dicendola al modo d’oggi, ci faccia sapere se è una fiction o se è un reality.

LETTERE A MANCINI – 1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *