L’ENGLISH DA HANDS IN THE AIR (MANI NEI CAPELLI)

Sappiamo tutto, o quasi, dei Windsor. Nel caso di vuoti di memoria ci pensa l’Antonio Caprarica salentino, che sceglie al buio i propri abiti, ad informarci su re Carlo, i figli, la moglie, la defunta genitrice o genitore due.

Detto questo, però, non appena ci chiamano ad esprimerci nella lingua di Buckingham Palace o dei peggiori pub di Motherwell, affiora la nostra ignoranza paesana, oltre il uòzabàut o decàtisòndetebel siamo in evidenti difficoltà. Capita ai turisti, ma accade con i cosiddetti membri del parlamento e del governo. Il neo ministro Pichetto Fratin Gilberto, dinanzi alla domanda “Do you think it’s possible a compromise” formulata tra troppi microfoni e nel vociare esterno di molti cronisti, ha confuso compromise con compliments e qui, abbassando le palpebre e tirando indietro il capo ha appunto replicato: “Complimenti…beh”.

Ora si può anche accettare, nel senso buono, però un suo sodale di governo, il viceministro degli affari esteri, Cirielli Edmondo, si è esibito in un messaggio filmato che nemmeno Renzi Matteo o Biscardi Aldo avrebbero mai potuto combinare, andando a memoria e con un ritmo tipico scolastico per poi, fuori onda, domandare: ”Sono andato troppo veloce”.

Tuttoocchèi, tuttocchèi, queste sono le conseguenze della Brexit. Aveva ragione quel mio amico che, reduce da un anno di studi a Londra, mi spiegò: “Ho imparato la lingua e il braig”. Voleva dire il gioco del bridge, ma deve avere studiato alla stessa scuola dei nostri governanti. Oh, yes.

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