LEBRON E RAFA: I PIU’ FORTI, NON I MIGLIORI

di SERGIO GHISLENI – Seppellito Maradona, in un fragore caotico, colonna sonora di tutta la sua esistenza, lo sport mondiale manda in archivio il 2020 con alcuni punti fermi. Eccone due, per esempio.

Primo: lo sport-benessere, puro dilettantismo salutistico, è tra le poche cose che (abbastanza indiscutibilmente) si possono fare senza mascherina, e dunque avanti, Tapascioni Uniti: tutti insieme alla ri-conquista di un modus vivendi minimamente lògico, a fronte della psicosi-kolossal che marca la nostra contemporaneità.

Secondo: nello sport-business ci sono soggetti che colle loro performance hanno segnato in modo significativo quest’annata. Come Lebron James nel basketball e Rafa Nadal nel tennis.

LJ ha guidato i Los Angeles Lakers al titolo NBA nell’anno dell’addio al loro totem precedente, Kobe Bryant, morto precipitando coll’elicottero-utilitaria. LJ è al suo quarto anello NBA, e la varietà di squadre con le quali ha trionfato depone a favore di quanti lo indicano come il più forte nella storia del basket. C’è però un “ma” colossale, di nome Michael Jordan. Giocatore molto diverso, ancor più vincente, fors’anche perché spesso meglio accompagnato (nei mitici Chicago Bulls), e quindi il dibattito resta aperto. Dati statistici e gusti estetici a parte, c’è un fatto ben poco discutibile: MJ era più “team player” di LJ, e questo – in una disciplina di squadra – pesa enormemente sul giudizio.

Rafa Nadal ha conquistato il suo decimo titolo del Roland Garros straconfermando una teoria già consolidata nel mondo del tennis: su terra battuta non c’è mai stato un giocatore forte come lui. Nulla di nuovo dunque. Ma Rafa ha raggiunto, a quota 20 titoli “major”, Roger Federer, che era il primatista solitario di grandi tornei vinti (lèggasi Roland Garros, Wimbledon, Open d’Australia e Stati Uniti). Federer è molto più versatile e “tennisticamente bello” del Robocop-Nadal, che quando è fisicamente a puntino (a qual prezzo non si saprà forse mai) resta un mostro di efficacia. E poi c’è sempre Novak Djokovic, il più giovane (o meno vecchio) dei tre, che spinge sempre forte per raggiungerli e superarli nella classifica dei megavincitori storici. E poi c’è il mare magnum del tennis d’antàn. Cominciando da chi, come Rod Laver, il Grande Slam l’ha fatto due volte, negli anni 60.

Siamo evidentemente nel campo dei confronti tipo “Merckx o Coppi” e, come in quel caso, una risposta (ovviamente discutibile, ma non insensata) può esser questa, che tiene conto del fattore-fisico e della sua crescente importanza nell’era della massima “artificializzazione” dello sport: Lebron James e Rafa Nadal, ciascuno nel proprio, sono forse “nominabili” come i più forti di sempre. Ma ben difficilmente passeranno alla storia come i migliori “all time”. (Per lo scrivente, è evidente che non lo sono).

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