LE VERE (SCANDALOSE) VERITA’ SULL’INFLAZIONE

Se volete capire come andrà l’inflazione, non guardate avanti ma indietro. A quel 2020 in cui Christine Lagarde ha scelto di contrastare una possibile recessione causata dal Covid con una grande immissione di moneta. Oppure a quel luglio 2012 in cui Mario Draghi, per impedire il crollo dell’euro, ha deciso di stampare moneta illimitatamente (“whatever it takes”). O addirittura al remoto 2008 quando tutte le banche centrali, a partire da quella americana, hanno pensato bene di salvare il sistema finanziario messo sotto scacco dal fallimento di Lehman Brothers, attuando la più colossale espansione monetaria di tutti i tempi.

Se unite tutti questi puntini emergerà una linea nettissima che conduce all’ondata inflazionistica che si profila da qui ad (almeno) la fine del decennio. La liquidità abbondantemente versata nel sistema economico andrà a gonfiare i prezzi e a impoverire i possessori di attività finanziaria non ancorate a valori reali (come per esempio le azioni) e, quel che è peggio, a erodere il potere d’acquisto dei cittadini. Esiste un legame diretto fra quantità di moneta e prezzi, come intuitivamente si può comprendere. Forse non è proprio così immediato e diretto come qualcuno immagina, e infatti gli effetti non si sono prodotti subito. Per anni ci siamo chiesti come mai non ci fosse inflazione nonostante tassi di interesse bassissimi, addirittura negativi, e una crescita monetaria che ha moltiplicato per sei, nella media delle principali aree monetarie del mondo, la quantità di liquidità a fronte di una produzione pressoché stagnante.

Ma perché non crescono i prezzi se pompo liquidità e la crescita è modestissima? C’erano alcune risposte: l’offerta di prodotti a basso costo dall’Oriente, l’assorbimento di valute pregiate dai Paesi Emergenti, il progressivo gonfiamento del valore dei titoli del debito pubblico (non solo italiano). Gli economisti, o almeno la parte più condiscendete ai pubblici poteri – cioè quasi tutti –, si sono progressivamente adagiati su queste risposte. E così i politici, cui non sembrava vero di avere una copertura teorica autorevole per lo sport in cui eccellono: fare debito come se non ci fosse un domani.

Quegli studiosi hanno smesso di porsi la fastidiosa domanda degli effetti perversi e potenzialmente pericolosi del finanziamento monetario del debito pubblico. Qualcuno è arrivato addirittura a teorizzare che non esiste nessun limite alla sostenibilità dei debiti pubblici, ricevendo il plauso dei protagonisti e dei commentatori. Con una singolare convergenza di opinioni fra conservatori e progressisti, una convergenza addirittura sospetta, se non fosse che la differenza fra conservatori e progressisti appare sempre più sfumata: entrambi vogliono poter spendere sempre di più senza tassare di più, scaricando gli effetti su un futuro chissà quanto prossimo o remoto. Ma possono dirsi conservatori coloro che ignorano o dimenticano i canoni e le lezioni del passato? E possono dirsi progressisti coloro che minano con il debito il percorso delle future generazioni?

Ora il costo della vita ha strappato, a ritmi che non si vedevano dagli anni ‘80 negli USA, ed è ai massimi storici nell’Europa dell’euro. Non basta dare la colpa a questo o a quel fatto contingente: l’aumento del costo dell’energia, il blocco delle filiere produttive e i problemi di approvvigionamento o, da ultimo, l’effetto perverso e indiretto della guerra. Non basta fare spallucce e definire l’inflazione un fenomeno transitorio, come ha provato la BCE in tutte le sue riunioni fino a Marzo 2022. Queste sono solo le scintille che fanno detonare un’atmosfera satura di gas (scusate la drammatica e infelice attualità dell’immagine). La montagna di moneta partorita dalle banche centrali ha creato i presupposti per l’inevitabile ondata inflazionistica. È arrivata un po’ più tardi del previsto, ma ora è qui per restare.

Come affrontarla? Bisognerebbe chiederlo ai soloni che hanno incoraggiato l’aumento a dismisura della moneta, ma oggi costoro non sanno fare altro che riproporre la ricetta che ha causato il male: nuova spesa in deficit per impedire una possibile recessione e per lenire i danni patiti e patendi da famiglie e imprese. Essi credono lo Stato onnisciente e onnipotente, capace di preservare all’infinito i suoi protetti dalle alterne fortune della congiuntura (che altri chiamerebbe la vita). Si illudono.

Di tanto in tanto bisogna accettare di subire un ridimensionamento della crescita e del tenore di vita, quando si rivelano insostenibili o artificialmente sostenuti (che è la stessa cosa). Quindi basta tassi negativi, basta profusione monetaria illimitata, basta debito a iosa. Sarà un sacrificio, ma come tutte le cure necessarie, più si rinvia più si deve aumentare la dose dell’amara medicina.

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