LE TESTE DURE DELLA TIRANNIDE

I totalitarismi, per campare, devono sempre inventarsi qualche trovata pubblicitaria: saluti con la baionetta, passi dell’oca e simili amenità. Spesso e volentieri, questi tic demenziali tendono alla dimostrazione di eminenti qualità virili, quando non della virilità tout court: la sfilata degli imponenti missili balistici SS20 sulla Piazza Rossa appariva, all’occhio scanzonato dell’umorista, come un’esibizione fallica, indirizzata ai rivali americani. Insomma, io ce l’ho più grosso di te, il missile.

Va da sé che tutte queste pantomime, questi saluti impettiti, queste mascherate formidabili, grazie a Dio, oggi, suscitino più ilarità che paura: tuttavia, c’è ancora chi le intenda come un poderoso strumento di propaganda. Tra costoro, va collocato il dittatore coreano Kim Jong-un, che, se non fosse un sanguinario tiranno, sarebbe un comico nato: i suoi abiti a metà fra un funzionario cinese anni Settanta e un pastore metodista, il suo taglio di capelli alla Borat, il suo fisico da simpatico orsacchiotto e i suoi occhialazzi “Nomenklatura” ne fanno la vittima perfetta di meme e vignette satiriche.

Magari è una tattica precisa. La gente, magari, pensa: uno così non può fare male a nessuno! Come l’omino dei Marshmellows. Invece, il nostro cicciottello di male ne fa a iosa. Ma vi vorrei dire della sua ultima trovata, che sembra uno scherzo, da tanto è scema: i superuomini con gli occhi a mandorla. Campioni della razza che, davanti ai vertici politici e militari coreani, coperti di medaglie e patacchine fino all’orlo dei pantaloni e immobili come sfingi, si esibiscono, in favor di telecamera, in imprese sovrumane, ancorchè esilaranti.

Uno si fa prendere a martellate l’avambraccio, per spezzare una tegola. Un altro prende a testate dei mattoni di cemento, disintegrandoli. Un altro ancora si sdraia su tappeti di cocci di bottiglia o di chiodi e si fa camminare su. Insomma, qualcosa a metà tra un meeting di fachiri indiani e uno spettacolo del circo Barnum.

Quello che, però, ti strappa la risata, è l’espressione serissima dei protagonisti, che, evidentemente, hanno ricevuto l’ordine di non muovere un muscolo facciale, pena la deportazione in un laogai dei loro parenti, fino alla decima generazione. Così, questi macistini, questi ercoli alti un soldo di caccio, tutti fieri dei propri muscoletti d’acciaio, si producono in questo show demenziale, sgretolando, a colpi di braccia, gambe e testa, un intero repertorio edile. Il che, in teoria, dovrebbe dimostrare quanto sono tosti i nordcoreani. Mentre, in pratica, mostra soltanto quanto riesca a essere stupida la tirannide. Com’è che dicevano? Una risata vi seppellirà…

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