LE STAR FURBINE: NON SFODERANO PIU’ LA VOCE, SCOPRONO I GLUTEI

Da sempre il canto e la musica hanno la capacità di toccare la parte più profonda dell’animo umano: un testo per sognare, una strofa per riflettere o, semplicemente, una melodia da ballare. Oltre a dare luce ad un tripudio di emozioni talvolta inspiegabili, quest’arte riesce come poche a scavare all’interno dei cuori di chi sa ascoltare.

Ora prendete questo mio sacro sermone e cestinatelo. Perché della musica è rimasto ben poco di quanto descritto sopra: adesso è si un tripudio, ma di strofe stonate, testi incomprensibili, parole insensate e striptease a luci rosse.

Sorvolando sull’incapacità di tanti “artisti” di cantare senza autotune (l’ultimo esempio è Fedez in quel di Torrenova, nel messinese, memorabile disastro), vorrei concentrarmi sulla moda degli ultimi anni che vede cantanti e cantautrici scambiare il palco per un cubo. A darmi lo spunto per questa riflessione è stato Roberto D’Agostino, in arte Dagospia, che ha commentato un video recente di Angelina Mango (fresca vincitrice di Sanremo) di spalle con addosso un vestito che lascia poco spazio all’immaginazione. Queste le sue parole: “Per vendere la merce bisogna metterla in vetrina. Una volta, la merce, era la voce. Oggi è tutto il “pacchetto”, e se ti rifiuti di usarlo non arrivi al successo. Giusto? Sbagliato? Boh, non sono in grado di giudicare. Per me, comunque, la musica è altro, so’ vecchio”.

No, Robè, non sei vecchio, sei giusto. La musica è un’altra cosa, e tante artiste stanno seguendo il “modello Elodie” perché hanno capito che funziona. E se a farne le spese è la musica in termini di arte ed emozione, è un prezzo che evidentemente sono disposte a pagare, gettando più di qualche ombra sull’elevata passione che decantano di avere nei confronti della loro professione. La Mango è solo l’ultima in ordine cronologico: a spogliarsi tra una rima e l’altra sono state Elodie, Annalisa, Arisa e tante altre, in Italia e all’estero. Una tendenza incontrollabile dettata dal fanatismo e dal desiderio di ammirazione da parte di quel pubblico che, negli ultimi tempi, si è appassionato ai concerti musicali e, guarda caso, al calcio femminile. Prendete Elodie, ad esempio: ha una bellissima voce, padroneggia egregiamente il palcoscenico, ma chissà per quale motivo la svolta artistica che l’ha catapultata nell’Olimpo della musica è arrivata quando ha iniziato a mostrare il fondoschiena.

I tempi sono quelli che sono, piattaforme come OnlyFans prendono il sopravvento, e si deve seguire quel mercato saturo che impone certi modelli. Eppure ci sono state grandi artiste che non hanno avuto bisogno di spogliarsi per arrivare al successo: penso ad Elisa, Giorgia, Laura Pausini, donne – prima che cantanti – la cui passione per la musica trasudava da tutti i pori e da tutte le note. Passione ormai perduta in questo cambio generazionale, fatto di concerti non più da ascoltare, ma da vedere, con la lingua di fuori.

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