Oltraggio quindi non solo alla donna, ma anche alla categoria dei giornalisti. Un provvedimento forse un po’ esagerato dal clamore mediatico e pubblicitario dell’evento – che ne ha dilatato a dismisura la valutazione – ma necessario a fermare chiunque in futuro si senta libero di mettere le mani addosso ad una donna giustificandolo come un gesto goliardico. Punirne uno per avvertirne cento. Perché il signor Serrani altro non è che l’ennesimo figlio di una società che glorifica i “bomber”, categoria al maschile che si vanta dei successi sotto le lenzuola.
Al netto della notorietà che ne abbia potuto ricavare la Beccaglia (mi auguro non ci abbia marciato su), è stato quindi giusto punire e dare l’esempio, specie per chi ancora oggi riduce tutto al classico commento “se l’è cercata, guarda com’era vestita”.
Ma tutto questo sarebbe successo anche a telecamere spente? Se la faccenda non fosse avvenuta in diretta, il Tribunale e gli organi competenti avrebbero usato la stessa mano pesante o il misfatto sarebbe stato derubricato a goliardata? I dubbi sono leciti, specialmente perché negli ultimi vent’anni pochissimi processi si sono conclusi in così breve tempo. E per di più perché viviamo in un paese di natura ipocrita, che utilizza due pesi e due misure in base al sesso dei soggetti.
Neanche venti giorni fa, l’inviato di “Sportitalia” Tancredi Palmeri è stato palpato in diretta televisiva da una donna in Qatar. Finì a tarallucci e vino; tante risate tra guanciotte rosse, bollori qatarioti e nessuno scandalo da segnalare. Tutto perché la “maniaca”, in questo caso, era una donna. Però se Serrani è colpevole (lo è, senza nessuna remora), allora bisogna utilizzare lo stesso parametro di giudizio anche a parti inverse. Eviterebbe polemiche e darebbe un connotato più deciso e cristallino alla tutela sui cittadini.
La legge è uguale per tutti, e tutti devono essere uguali di fronte alla legge. Sia che si tratti di un uomo o di una donna, sia che ci si trovi tra le mura di casa o davanti ad una telecamera. E non c’è altro da dire.
Per la credibilità di chi condanna, prima ancora che per l’uguaglianza di chi commette il reato.
Io trovo veramente poco serio che, nel marasma giudiziario che crea ingiustizie surreali tra reati caduti in prescrizione, impunità passate in giudizio e macchinazioni burocratico-legali da far rabbrividire, un gesto così stupido e dai profili così poco rilevanti dal punto di vista penale riesca ad ottenere una misura così precisa e rilevante. E soprattutto mediaticamente ridondante. Al di là della gravità simbolica, su cui non discuto. E’ la comprova di quanto sia fanfarone il sistema, di quanto sappia pompare fumo per annebbiare la vista. E noi che di lui figli siamo, beviamo beviamo.