Immagini di bambine che cantano “All’alba sorgerò” del cartone animato Frozen, e ripenso a nipoti e figli nostri che vivono nel loro luna park e osservano quella guerra come fosse un film, ma prendono a pensare, domandano, chiedono: ma la Russia non è gigantesca? Perché allora vuole ancora di più?
E’ il candore dell’innocenza che guarda e non capisce, a differenza degli opinionisti di cui sopra che hanno capito tutto, ma stanno zitti piuttosto che ammettere le colpe di quell’ideologia, di quello che ha prodotto, di dove è arrivata, proibito pronunciare il sostantivo comunismo e l’aggettivo comunista, proprio non ce la fanno, più facile accostare Putin a Hitler e dunque disegnare i baffetti del fetente austrotedesco, mentre a voler per forza semplificare dovrebbe essere più naturale e immediato infoltire il mustacchio, verrebbe fuori Giuseppone Stalin, uno che di invasioni aveva il copyright (non a caso nel suo delirio Putin parla di “denazificare l’Ucraina”). Ma anche Stalin fa parte di una storia messa frettolosamente da parte come le volgarità dell’Annunziata e del Di Bella, anime candide che al massimo dovrebbero intonare, a differenza di quella creaturina di Kiev, il loro “Belli Ciao, con le mani, con le gambe, con…, ciao ciao”.