LE DONNE, I PRETI, LA CHIESA: COSA DEVE CAMBIARE DAVVERO

Il Papa ha annunciato che, a breve, saranno nominate due donne nella Congregazione per i vescovi, il dicastero che sovrintende alle nomine e a tutti i provvedimenti che riguardano i circa 5mila vescovi nel mondo. Le due donne, quindi, saranno coinvolte nel processo per eleggere i nuovi pastori diocesani. Il fatto senza precedenti lo annuncia il Papa nell’intervista con l’agenzia Reuters, rispondendo a una domanda sulla presenza femminile in Vaticano e su quanto stabilito dalla nuova costituzione apostolica “Praedicate evangelium” che riforma la Curia romana. Così un’agenzia.

Si tratta di una notizia fatta apposta per ricamarci sopra. Con una domanda, soprattutto: si tratta di un altro passo verso il sacerdozio alle donne? Con l’antica domanda si riaffacciano gli antichissimi problemi. Tutte le volte che si parla del sacerdozio alle donne nasce immancabilmente una questione. Gesù ha scelto i dodici apostoli tutti maschi. Se Gesù si è comportato così, la Chiesa è tenuta a fare come lui?

La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse hanno risposto – finora – sì. Le Chiese protestanti hanno risposto no, perché ritengono che Gesù si è semplicemente adeguato a una situazione culturale dominante e solo per quel motivo ha scelto esclusivamente maschi. Quindi le Chiese protestanti hanno aperto alle donne.

Nell’ipotesi che vescovi, dicasteri romani, Papa non siano particolarmente interessati al mio parere, mi sento ancora più libero di dirlo. Nel mio piccolo, sono convinto che la Chiesa cattolica arriverà a ordinare donne. Non solo sono convinto che ci arriverà, ma mi auguro che ci arrivi. Ci vorrà tempo, però. I duemila anni di cristianesimo pesano. Per molta gente non esiste il problema delle donne prete semplicemente perché non esiste – o è come se non esistesse – la Chiesa e, a monte, il Vangelo, Gesù, la Risurrezione… Certo, a quel punto, è facile ordinare donne. Ma solo a quel punto.

E a proposito di Chiesa. Prima e forse più del sacerdozio alle donne è il sacerdozio dei maschi che va ripensato interamente. Dove sta scritto che il prete deve essere quella figura monstre che fa tutto, decide tutto, centro e volano di tutto?

“Che il prete torni a fare il prete”, si sente ripetere. Benissimo: che celebri l’eucarestia e perdoni i peccati nel nome del Signore. Tutto quello e, praticamente, solo quello. E anche nei riguardi della sua comunità, deve fare in modo che stia in piedi bene in tutte le sue articolazioni. Direttore d’orchestra, non solista, prete, appunto, non satrapo babilonese (a proposito: che strano che i preti più clericali spesso siano proprio quelli che citano continuamente papa e vescovo. Che strano. Non è che lo facciano per essere sempre più autorevolmente confermati nel loro ruolo? Maschi, ma soprattutto innamorati del loro potere. Bel sospetto).

E, infine, per concludere. Molte donne, nella Chiesa, hanno per fortuna molto potere. Alcune badesse e superiore di ordini religiosi hanno molte più responsabilità della maggior parte dei vescovi. E quelle superiore sono normalmente elette dalla “base”. La vera partecipazione nella Chiesa la si trova nei monasteri, non nelle diocesi.

Se si desse il sacerdozio alle donne e tutto il resto restasse invariato, non avremmo risolto il problema della Chiesa. Anzi: ci saremmo illusi di averlo risolto senza averlo risolto di fatto, con una scorciatoia di vertice e, in fondo, clericale. Con tutto il rispetto, non sarebbe una soluzione entusiasmante.

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