LE BOCCE ESCLUSE DAI GIOCHI, CAUSA BAR

di JOHNNY RONCALLI – Io non ci sto. Passi il pattinaggio a rotelle, passi il football americano e passi pure il biliardo. Pure il rugby, che alle Olimpiadi lo giocano sette contro sette, quello quindici contro quindici vai a capire dove è finito. Passino comunque, passino tutti e comunqui gli esclusi. Ma le bocce? Io non ci sto, non ammetto che le bocce siano escluse dai Giochi Olimpici. E poi, che dico escluse, il gioco delle bocce non è nemmeno lontanamente preso in considerazione. Ed è un affronto, storico, geografico, etico. Parole grosse, lo so bene, parole che sono abituate a salire sulla cattedra, ma diamine!

Qualcuno ha scovato tracce avite del gioco delle bocce risalenti all’antico Egitto. Così, tanto per sistemare subito la storia e la geografia. A voler fare gli sbruffoni si potrebbero citare anche le sfere turche, 7000 avanti Cristo, se a qualcuno interessa, ma è un sovrappiù. Il calcio e il tennis, per dire, se le sognano vestigia di tal fatta, per il tennis qualche fossile greco e romano si troverebbe, forse, ma più probabilmente tocca risalire alla pallacorda, roba barbara di origine, ad ogni modo.

Il fatto è che le bocce non sono solo uno sport,  sono anche uno sport, forse qui sta l’equivoco e forse qui sta pure la spocchia del comitato olimpico. Capisco, per carità, non è che mi aspetti larghe vedute da quei parrucconi. Per qualcuno le bocce sono uno sport e basta, ci si veste più o meno a modo e si gareggia. E va bene, benissimo, levo il cappello con sincera ammirazione. Per quasi tutti gli altri, per giocare a bocce serve anche un bar. Ecco.

Dai, in tutta onestà non puoi lanciare il pallino se al di là della rete non c’è il bar. Libertà assoluta sulle ordinazioni, ci mancherebbe, anche se il bianco secco rimane la bevanda d’ordinanza, ma il bar ci vuole. Anche il caffè al limite, corretto chiaramente, ma il gioco delle bocce prevede una mescita a una distanza che un mio vecchio allenatore avrebbe definito “zero passi”. Uno dei motivi che inducono il comitato olimpico a ignorare le bocce è proprio questo, ne sono certo, il bar non lo ammettono. In questo malsano tempo politicamente corretto poi figuriamoci, permetterebbero al massimo di servire birre analcoliche, cedrate e energy drink.

Ho letto da qualche parte che uno sport, per essere preso in considerazione dal comitato olimpico, deve essere praticato in almeno 75 Paesi. Se è vero, mi resta una carta da giocare, mi metto in viaggio e li voglio proprio contare questi Paesi.  Io voglio piuttosto sapere dove cavolo non si si gioca a bocce!

Persino lo skateboard c’è a Tokyo, e io non ho nulla contro lo skateboard, giuro, e sono disposto ad ammettere che in fondo le rotelle sotto un asse di legno, o quel che è, sono un chiaro segnale di progresso rispetto a sfere che rotolano. Però, a parte il fatto che le sfere sono sfere perfette, e non chiamo in causa Giotto e nemmeno Arnaldo Pomodoro, dico, la storia e le tradizioni non contano nulla?

Poi parlo, se si gradisce, della concentrazione, dell’equilibrio, della misura, del tocco. E del pregiudizio che vuole il gioco delle bocce praticato solo da anziani, laddove l’anagrafe degli iscritti alle varie federazioni provvede a smentire tale preconcetto. Si scherza e si gioca, su bar e bocciodromi, vien facile la celia, ma io non ci sto per davvero, perchè le bocce no?

La serpe che è in me poi si accorge che le bocce in realtà alle Olimpiadi ci sono, in qualche modo, ci sono nelle Paralimpiadi. Non sarà che i parrucconi del Comitato, così attenti al politicamente corretto, lo considerano uno sport da diversamente abili?

 

 

 

 

 

 

 

 

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