LE BATTAGLIE IDEALI DI FORZA ITALIA: BOTOX E SILICONE SENZA IVA

Cosa si può dire di fronte a una mozione del genere, di fronte a qualsiasi mozione in verità: il centrodestra tutto schierato a favore dell’abolizione dell’IVA sulle operazioni di chirurgia estetica, silicone e armamentari simili.

Come dovrebbe accadere di fronte a qualsiasi richiesta parlamentare, il buon senso, l’umanità, il senso della misura dovrebbero prevalere. Sappiamo bene che questo non accade e non accade soprattutto in Parlamento, dove trovano ospitalità le proposte più bislacche e inique, che se ne fregano della sostanza e delle vergognose derive verso cui sanità e istruzione stanno navigando, ad esempio.

In Italia abbiamo sempre più comuni che ormai non hanno un medico di base, le liste per le visite specialistiche hanno tempi d’attesa vergognosi, a volte garanzie di morte prematura per chi proprio non si può permettere il consulto privato, i Bertolaso di turno ci dicono che ora per sveltire le procedure sarà possibile prenotare le visite via internet, scegliendo luogo e giorno, come accaduto con i vaccini anti Covid. Che fine ha fatto la sanità italiana che conoscevamo? Semplice, diretta, umana, efficiente. Che fine ha fatto?

Chi lo spiega ai miei genitori ultraottantenni che ora possono fare tutto grazie al web, a loro che nemmeno hanno più un medico in paese e che devono ringraziare il cielo di avere una figlia infermiera che si muove con destrezza in mezzo a questo sfacelo.

Chi lo spiega a loro, che hanno conosciuto tempi nei quali un medico di famiglia era un confidente, una certezza, un essere umano al quale affidare il corpo e non solo. Chi lo spiega a loro che in Parlamento ora ci sono persone come Annarita Patriarca, di Forza Italia, che ha il tempo e la faccia tosta di dirci che “il concetto di salute è comprensivo di ogni stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, che non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità”. E grazie tante.

Ma da qui la mozione e da qui il buon tempo e lo scollamento, non di bilancio come usa dire, ma dal Paese reale malato e infermo, che può anche morire se non arriva a fare in tempo la visita oncologica decisiva, ma vuoi mettere l’IVA sugli interventi di chirurgia estetica?

Tocca specificare, naturalmente, per evitare gli strali del caso. È evidente che qualsiasi intervento estetico vitale o conseguenza di incidente o attentato dovrebbe essere completamente a carico della sanità pubblica, ma qui parliamo d’altro, siamo in pieno calderone, che contiene botox, tette rifatte, labbroni galleggianti e allo stesso tempo sfregi, ustioni e ogni devastazione fisica immaginabile, naturale o provocata, che davvero mette a rischio il benessere psichico e sociale.

Ognuno ha la fatica che si merita in questo Paese, ad ascoltare qualche nostro governante, e ognuno legge il Paese a seconda del grado di alfabetizzazione sociale raggiunto, quello dei medesimi governanti evidentemente.

Sfiancano ogni volta la cecità e ancora di più la sensazione di quanto poca sia la percezione dell’opportunità o meno di certe iniziative. Chi, dentro il palazzo, sano di mente e consapevole dello stato d’allerta della nostra sanità, può ragionevolmente porre attenzione all’IVA per la chirurgia estetica?

Buongiorno Italia, attendiamo con batticuore la prossima mozione, sperando di non aver bisogno di una visita dal cardiologo.

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