Lo scorticamento è scoppiato con lo sdegno per la mancata partecipazione alla Davis, tradimento all’Italia, alla maglia azzurra, ai sentimenti patrioti che ci contraddistinguono una tantum durante l’inno prima o dopo un evento sportivo (poi basta). Dopo di che Sinner la Coppa Davis l’ha giocata e ci ha dato una mano decisiva per vincerla a distanza di quasi mezzo secolo dall’ultima.
Poi la residenza fiscale: Montecarlo. Furbetto, evasore, vergogna, amorale! Fa niente se lui in quel lembo (limbo?) di terra ci vive (davvro) da quand’era minorenne, lì lavora e si allena da molto prima di sapere se sarebbe diventato milionario o no, lì è stanziale una sfilza di tennisti lunga così. Ma guai al rosso! Gode di un privilegio che fa invidia a tutti.
E il tormentone delle Olimpiadi: niente Tokio 2021, niente Parigi 2024. Cosa vuoi che gliene freghi al n.1 al mondo di sporcarsi con i 5 cerchi? E via con la dietrologia: ma quali malanni, quali indisposizioni, quale tonsillite! È in vacanza al mare con la fidanzata, questo lavativo (che nel frattempo è gli ottavi all’Atp di Montreal).
Sarà che io sono tifoso, tifoso e basta. Dello sport in generale e naturalmente degli azzurri. Mi guardo anche il ping pong e il nuoto sincronizzato, la pallamano e il basket 3 contro 3… Mi godo finali, finalone, batterie, qualificazioni. Sarà che nella carriera quando ho sentito odore di dietrologia, quando ho potuto farlo sono andato a fondo, indagando, facendo – appunto – il mio mestiere. Non ho mai lanciato strali a vanvera contro nessuno.
Mi dice un grande ex giocatore ed oggi tra i più apprezzati commentatori di tennis, che Jannik ha infinito talento, migliora tecnicamente giorno dopo giorno, ma non è strutturato fisicamente come molti altri suoi colleghi. Deve gestirsi, sia nella preparazione che nelle partecipazioni. Non può rischiare più di tanto. La gente non lo sa, ma anche se lo sapesse ne farebbe una questione di principio, di serietà, di lealtà, di onestà, bla bla bla. Da divano…
E basta con questo assedio moralista. Basta. Mi verrebbe da lanciare una petizione pubblica. Godiamocelo per una volta un numero uno bello, educato, gentile, sportivo (eccome), ammirato da avversari e da tifosi di altre stelle, tranne da quella solita fetta italiana di nientologi.
Pacho O’Donnell, psicologo e scrittore argentino, disse: “La depravata impossibilità nel riconoscere, rispettare e valorizzare i nostri uomini migliori, è tipicamente argentina esattamente come il dulce de leche”. Togliete argentina e mettete italiana, togliete il dolce di latte e mettete la pizza, pari siamo.