L’AMORE E’… FARE IL MOGLIO PER LEI

di GHERARDO MAGRI –  La notizia dell’amministratore delegato di Zalando che lascia la poltrona per dedicarsi alla famiglia, ma soprattutto per favorire la carriera della moglie – giudice -, è piuttosto insolita e conquista le prime pagine delle cronache. L’azienda tedesca è il colosso delle vendite di abbigliamento online, una macchina da 36 milioni di clienti e 14 mila dipendenti, con 100 milioni di profitto. Il 38enne giovane manager, Rubin Ritter (NELLA FOTO), è lo stratega e l’anima del gruppo, uno dei top manager tedeschi più pagati: 6.8 milioni nel 2019 e 20.2 milioni nel 2018. Il marchio Zalando si è fatto notare in Italia grazie a spot creativi, quelli che urlavano alla porta quando ricevevano il pacco. Una start-up coraggiosa nata appena dodici anni fa.

Manager che vanno in paternità quando nascono i figli ce ne sono ormai tanti, non fa più effetto. La parità di diritti si fa strada. Che si dimettano, invece, per aiutare la moglie a garantirsi il lavoro e la carriera, restano casi rarissimi.

Alcune considerazioni per capire meglio. I paesi mitteleuropei e nordici sono molto più avanti di noi, nei paesi latini siamo ancorati a un solido binomio potere-uomo e tuttora scettici nel vedere donne nelle stanze dei bottoni. Lo stesso atteggiamento quando si vogliono tenere fuori dalla porta a tutti i costi i problemi familiari. Ricordo ancora oggi la sferzante risposta del mio capo, quando mi ero assentato un paio giorni per un’operazione a mio figlio: “Scusi, Magri, non bastava sua moglie?”.

La Merkel è l’esempio vivente di una leadership femminile duratura e la Germania fa delle pari opportunità una vera e propria politica. Non solo sulla tematica uomo-donna, ma anche praticando quella che viene chiamata la “diversity and inclusion”, con l’obiettivo di far crollare pregiudizi di ogni tipo.

Seconda riflessione. Rubin è un mago di internet, canale che sta letteralmente esplodendo, e dunque non rimarrà disoccupato a lungo, anche dopo uno stop deciso tra l’altro da lui stesso. Sono sicuro che i cacciatori di teste l’abbiano già messo nel mirino, a meno che non abbia già concluso in segreto un accordo di rientro con la stessa Zalando. Magari, tra un pannolino e l’altro, hai visto mai che possa dare qualche consiglio da casa, lui che incarna le dematerializzazione dei luoghi fisici, compresi gli uffici.

Terzo pensiero. Il suo patrimonio personale ammonta a 40 milioni di euro: escludiamo che avrà problemi pratici a mettere insieme il pranzo con la cena.

Detto questo, dobbiamo inchinarci lo stesso alla sua decisione, perché provoca un grosso cortocircuito in certi ambienti aziendali, dove tutto deve essere immolato in nome dei sacri obiettivi. Ritter dimostra che si può scendere da un treno in corsa e che esistono alternative al successo e ai soldi. Non una scoperta di oggi, da migliaia di anni qualche saggio si ostina a dirlo, ma oggi dà un taglio molto umano alla categoria. Lo fa da vincente, riscuotendo un applauso silenzioso e il rispetto di tanti suoi colleghi. Un tipo del genere può diventare un precursore e un simbolo di una nuova corrente di “umanesimo manageriale”, di cui si sta cominciando a parlare e che vuole equilibrare aspetti pratici di business con i valori immutabili della persona e della società.

Comunque auguri, Rubin, per la sfida più tremenda che ti aspetta: una ordinaria vita domestica.

Un pensiero su “L’AMORE E’… FARE IL MOGLIO PER LEI

  1. Dongiovanni Cristina dice:

    Che meraviglia soffermarsi su uno scoop come questo. Tutto bellissimo, soprattutto il sacrosanto diritto di un uomo in carriera di decidere per una svolta inversa. Forse lo ha fatto proprio perché siamo costretti a parlare di umanesimo, come se fosse ancora una tendenza fuori di noi, come se non ci appartenesse, come se fosse ancora un obiettivo, nel 2020.
    Perché il sistema è molto severo, pochissimi hanno il coraggio di contraddirlo. E guarda caso chi se ne fa venire così tanto è uno che, appunto, non ha il problema del pasto caldo. Vorrei sapere con quale materiale l’abbiamo costruito questo maledetto sistema. Ma si, con la paura della fame (dici poco), che è diventata paura di essere meno degli altri. Forse abbiamo una forma di umanesimo che mette al centro gli uomini, si. Gli altri, non noi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *