Sono appena sopravvissuto a una specie di catastrofe viaria: due mezzi pesanti si sono tamponati
dalle parti di Sirmione, sull’A4, e la cosa ha prodotto una coduzza di una decina di chilometri. Ad
un certo punto, qualche fenomenale maestro del traffico ha perfino pensato di fare uscire la
gente dal casello catulliano per farla rientrare a Desenzano: fortunatamente, qualcuno gli deve
aver spiegato che sarebbe stata una madornale idiozia e la cosa è rientrata. Alla fine, dopo qualche
ora sotto la canicola, tutti a casa e tutti, diciamo così, contenti.
Ma non è di questo che volevo parlarvi: perlomeno, non esattamente di questo. Il fatto è che le
nostre autostrade sono sature di camion, camioncini e camioncioni: questi colossi della strada
formano interminabili colonne dalla Calabria fino al Brennero. E già questo non è una bella cosa:
inquinamento, costi, traffico, avrebbero potuto essere aggirati, se, invece di spendere una caterva
di soldi in interventi estemporanei e a tampone, si fosse lanciata un’enorme campagna
infrastrutturale, per portare gran parte del trasporto commerciale su ferrovia.
Pensateci un po’: posti di lavoro, indotto e, alla fine, aria più pulita e strade sgombre. I container
avrebbero potuto viaggiare comodamente via treno e i TIR avrebbero lavorato solo come navetta,
su percorsi molto più brevi. Certo, questo avrebbe creato molti problemi alle ditte di trasporti e
avrebbe reso necessarie stazioni d’interscambio: ma è così che i Paesi progrediscono. E’ così che
cambiano: ci vogliono coraggio, energia e qualche sacrificio. Alla fine, però, ci guadagniamo un po’
tutti. Invece, in questa poverissima Italia, si chiacchiera, si discute e magari si litiga pure, ma le
cose restano sempre com’erano. Perciò, ormai, i camionisti, che hanno mangiato la foglia, hanno
espropriato le nostre autostrade, diventandone, di fatto, i dominatori assoluti.
Una volta, nemmeno tanto tempo fa, se ne stavano nella corsia più a destra e, lemme lemme, se
ne andavano di qua e di là: solo sporadicamente, qualche camionista più ganassa degli altri si
decideva ad invadere la seconda corsia, per superare, mettendoci una vita, il proprio collega, che
viaggiava a 500 metri all’ora più lento di lui. Gli automobilisti, spesso, gli suonavano il clacson o gli
lampeggiavano coi fari: esprimendogli, in questo modo, la propria assoluta riprovazione per l’atto
ignominioso. E lui se ne ritornava al suo posto, senza lamentarsi e, anzi, con un po’ di vergogna.
D’altronde, i camion esibivano (e, per la verità, esibiscono ancora, benchè del tutto a titolo
retorico) degli adesivi con su dei numeretti, che indicano la loro velocità di marcia: cosa che, oggi,
viene spensieratamente ignorata.
E così, un passettino alla volta, un sorpassino alla volta, la seconda corsia è divenuta assoluto
appannaggio dei camionisti e dei loro veicoli: stiamo parlando, naturalmente, delle autostrade a tre
corsie. In quelle a due, tipo l’Adriatica da Ancona in giù, o la storica A1 sotto Firenze, puoi solo raccomandarti a Dio e sperare che a nessuno dei camionisti che stai affiancando venga l’uzzolo di uscire all’improvviso per superare. Fatto si è che, chiunque viaggi in automobile tra Milano e Trieste, ad esempio, ha a disposizione una sola corsia utile: la terza. E deve viaggiarci con alla sua destra un muro compatto
di TIR.
Immaginatevi quando la corsia di sorpasso sia occupata dal solito furgonetto dell’ambientalista di
ferro, che viaggia a cento all’ora per inquinare meno e che non ti può o non ti vuole far passare.
Oppure dal camper tedesco in gita, con il babbo estasiato che si riempie gli occhi di luce e di
bellezza, transitando tra le colline a passo di lumaca. Insomma, basta pochissimo per ridurre
drasticamente le velocità di crociera teoriche ed allungare altrettanto drasticamente i tempi di
percorrenza. Senza contare le frenate, i rallentamenti improvvisi e i relativi rischi di tamponamento, che sono all’ordine del giorno. Quando, poi, l’incidente tocca ai camion, come nel mio caso, si rischia ogni volta la catastrofe: code chilometriche, decisioni allo sbaraglio ed autostrade bloccate.
Eppure, noi abbiamo una rete autostradale che non sarebbe seconda a nessuna, in Europa, se non
fosse gestita così male. E se, soprattutto, le pattuglie della Stradale o dei Carabinieri facessero
rispettare il codice, tanto ai camionisti che viaggiano nella corsia sbagliata quanto agli Svizzeri che,
ben edotti sulla loro impunità, sfrecciano a duecento all’ora, sfogandosi, visto che, a casa loro, se
vai a novantuno anziché a novanta, ti scuoiano vivo.
Ma questa è un’altra storia, di cui, magari, un giorno parleremo. Per adesso, lancio nello stagno il
sassolino dei TIR in seconda corsia. Non spero che il Ministro legga il mio articoletto né, tampoco,
che leggendolo ne capisca il senso: non sono così sprovveduto. Ma, perlomeno, avrò la coscienza a
posto.
L’autore non ha la più pallida idea di cosa sia e di come funzioni la logistica e propone soluzioni senza senso.
Ma questo signore ,ha mai provato a viaggiare su di un camion?
Ha mai pensato che gente come lui in macchina causa incidenti mortali!
Ha mai pensato che quel camion che ci mette 5 minuti a superare per lui significa che forse lo scaricano e torna a casa?
Insomma tante tante altre cose
Mai criticare e puntare il dito
BEH… QUALCOSA DI GIUSTO..
Ma la maggior parte sembrano congetture da autista della domenica.
Tipo quella della rete viaria hahhajajaj.
Se volete fare un discorso e un articolo “che abbia almeno o in fondo di verità contattatemi”.
DOMENICO LIZZI
Autista di linea internazionale da circa 25 anni.
PRESIDENTE dell associazione willy Sicurezza e legalità nel trasporto a.c.f.
RESPONSABILE NAZIONALE CONDUCENTI
UGL Viabilità e Logistica.
Il signore di cui sopra non solo sa benissimo queste cose, ma rileva correttamente che in altri Paesi piu’ civili il traffico pesante (e non solo) o obbedisce alle regole o viene sanzionato, mentre da voi in Italia microcorruzione e macroimpunita’ diffuse rendono pericolosissimo l’utilizzo individuale di una rete autostradale inadeguata a sostenere contemporaneamente il traffico veicolare privato e il servizio professionale di trasporto su gomma.
Ti faccio un invito per un viaggio insieme a me per farti vedere come stanno le cose. Ovviamente, prima mi mandi i tuoi dati così ti faccio fare un foglio di affiancamento dal azienda, altrimenti non puoi salire sul mezzo. Si parte da Bologna con rientro in giornata…