LA TRICHECA E L’ACCOLTELLATORE

Nelle stesse ore in cui la tricheca Freya gioca e scorrazza tra le barche nel fiordo di Oslo, affondando qualche gommone, lo scrittore Salman Rushdie viene accoltellato sul palco a New York durante una conferenza.

L’accostamento è arbitrario, temporale, ma forse non solo. Chi sia e cosa abbia indotto l’accoltellatore all’aggressione ancora non si sa, ma è difficile non pensare alla condanna da parte dell’integralismo islamico nei confronti dello scrittore di origine indiana. Una condanna che risale al 1989, per una rilettura dei versi de Corano ritenuti ispirati da Satana e poi cancellati nelle versioni ortodosse del testo sacro, inserita nel romanzo “I versetti satanici”. Condanna che non ha mai subito una revoca, anzi, in tempi recenti è stata rinnovata dalla guida suprema iraniana Ali Khamenei.

La condanna, la fatwa, non è uno scherzo e ha comportato una vita sorvegliata, con scorta e assilli continui, che hanno coinvolto anche i traduttori dell’opera, al punto che quello italiano (Ettore Capriolo) è stato a sua volta accoltellato, fortunatamente non in modo letale, mentre quello giapponese (Itoshi Igarashi) ci ha lasciato le penne. Non posso immaginare quale sia stato il sentimento di Rushdie di fronte a queste follie.

L’accostamento di cui parlavo all’inizio riguarda il fatto che l’uomo dovrebbe essere il più evoluto tra gli esseri viventi, creature di Dio o meno, fa poca differenza. Dovrebbe essere il più evoluto e lo è, ma con indebite eccezioni.

Una tricheca fa la tricheca e per il fatto di essere e agire da tricheca potrebbe essere soppressa, perché questa è una delle possibilità prospettate, mentre un uomo, l’essere più evoluto si comporta da bestia rabbiosa, annebbiato da indottrinamenti che nulla hanno di umano e ancor meno di evoluto.

La tricheca sopravvivrà, o almeno me lo auguro, non posso credere che le autorità norvegesi non trovino una soluzione, e sopravvivrà anche l’accoltellatore di Salman Rushdie, non so lo scrittore, ma in tutto questo dove sta l’uomo evoluto?

È comodo affidarsi alla retorica dell’eccezione, l’uomo è l’animale più evoluto e se qualcuno deraglia è pur sempre una minore minoranza. Giusto, giustissimo, ma io riesco a provare pietà e a esprimere tifo per la tricheca, non riesco a provare pietà e comprensione per l’integralista accoltellatore e nemmeno per i presbiti islamici ortodossi.

I testi sacri poi sono infidi e per niente piani e paradossalmente possono indurre ad azioni opposte a quelle virtuose che ad essi per istinto siamo soliti attribuire, vale anche per la Bibbia e i Vangeli, ufficiali o apocrifi che siano, ma pur sempre testi riduzioni dell’uomo ai quali Dio proprio non ha messo mano. Se l’avesse fatto, forse qualche ambiguità in meno ce la saremmo risparmiata.

Nessuna morale, ma la tricheca, dalle immagini così felice, di ambiguità non pare averne.

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