LA TEMIBILE GIORNATA DEGLI ABBRACCI

di ALBERTO VITO (sociologo e psicologo) – Il 21 Gennaio è da anni la giornata mondiale degli abbracci. Stavolta, in tempo di Covid, non mi sono sfuggiti i motivi che hanno portato molti ad enfatizzare l’importanza del contatto fisico.

Eppure, a me sono venute in mente le parole della Szymborska. La grande poetessa polacca, premio Nobel per la letteratura 1996, in una sua opera minore, titolo italiano “Letture facoltative” (Adelphi), si divertì a recensire i libri venduti in edicola, i vari manuali e testi di divulgazione scientifica popolare: spesso bassa letteratura, ma con buone vendite. Tra questi, a pag.198, vi è un manuale che spiega l’importanza degli abbracci, la loro funzione essenziale, dalla prima infanzia in poi.

La Szymborska, caustica e a mio modo di vedere geniale, spiega perché diffidare dell’autrice di tale opera, Kathleen Keating, che, in quanto statunitense, sarebbe incline ai facile entusiasmi.

Innanzitutto, dice la poetessa, perché pare davvero credere alle cose che scrive, tra cui la convinzione che gli uomini sarebbero molto più felici se solo si abbracciassero più spesso.

Poi, descrive il suo sollievo a saperla in un altro continente, e racconta come sarebbe terribile la sua vita se avesse questa donna come vicina! Dovrebbe nascondersi ogni volta prima di uscire, per evitare abbracci molesti. Anche la sua passione, coltivare l’orto, rischierebbe di diventare un tormento. E segnala la pericolosità dell’inflazione degli abbracci. Un gesto ripetuto troppo spesso diventa infatti banale e perde di potenza. Secondo lei, gli abbracci vanno dati alle persone giuste e nelle occasioni propizie.

La Szymborska, in poche righe, fa piazza pulita di tanta pseudo-psicologia a buon mercato.

E’ un pensiero forse politicamente scorretto, ma io, timido e scontroso, dopo aver riso tanto, lo faccio mio volentieri.

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