«Buongiorno Signor Poliziotto, scusi il disturbo – scrive il bimbo con l’aiuto de genitori -. Mi chiamo Matteo, ho 5 anni e oggi con mia mamma e mio papà siamo stati a Bardonecchia. Devo segnalarvi un fatto spiacevole: mi è stato rubato un giocattolo, era sullo sdraio. Sotto il piede c’era scritto “Matteo”, anche se scolorito. Potreste attivare le indagini? Stanotte non ho chiuso occhio perché mi manca il mio giocattolo».
La cosa bella è che il bimbo crede ancora nelle istituzioni. La cosa bellissima è che anche i genitori credono quello che crede il piccolo Matteo. E la cosa stupefacente è che questo gruppo di donne e uomini in divisa, che forse in questi anni un po’ di fiducia nell’uomo l’hanno anche persa, non si sono persi d’animo e hanno pensato bene di fare una colletta per ricomprare il robottino al bimbo.
Forse, per qualcuno, questa non è stata la soluzione migliore. Il furbastro, la furbastra o i furbastri l’hanno passata liscia: l’hanno scampata. Ma i poliziotti del Commissariato, non riuscendo a rintracciare gli autori del furto, hanno deciso di ricomprare il robottino al piccolo e così, nei giorni scorsi, Matteo è tornato a Bardonecchia ed è passato dal Commissariato con i suoi genitori per la consegna del regalo, corredato da tanto di biglietto scritto a mano e contenente le firme dei poliziotti all’interno di un grosso cuore.
È una storia bella, che fa bene a Matteo, ai suoi genitori e ai ragazzi del Commissariato di Bardonecchia, ma fa bene anche a noi, in un periodo in cui siamo attorniati solo e soltanto da notizie brutte e negative: guerre e siccità, crisi economica e rincari di ogni genere. Un bimbo piange la scomparsa del proprio robottino e c’è chi glielo fa ritrovare. Uomini dello Stato. Non importa come, ma glielo restituiscono. E con questo gesto ridanno anche a noi un po’ di leggerezza e di aria fresca in questa canicola irrespirabile. Una boccata d’ossigeno e di speranza: anche noi non siamo robottini.
Stento a crederci ma se lo dice il mio amico Stagi allora è sicuramente vero. Una gran bella storia con un finale da favola. La speranza è l’ultima a morire, non è solo un detto,
per fortuna! Grazie Pier 🙂