LA RIVOLUZIONE MUTA DELLA ZIA PAOLA

di TONY DAMASCELLI – Voilà, dal Grande Fratello a Superquark. C’è voluto lo spazio di un mattino per cambiare il giro del fumo dentro Palazzo Chigi e dintorni.

Rocco Casalino ha svuotato i cassetti e gironzola per emittenti varie, fino a ieri disprezzate, offrendo il prodotto del suo scritto autobiografico. Al posto del tipo, arriva Paola Ansuini, fino a qualche secondo fa sconosciuta ai tantissimi, non avendo partecipato a nessuno spettacolo rediotelevisivo, ma avendo lavorato nelle stanze della finanza.

Nel ruolo di capessa della comunicazione di Draghi, la signora Ansuini si è presentata con un programma questo sì spettacolare: si parla soltanto se si ha qualcosa da dire. E, a seguire, fine dell’invasione dei social, whatsapp, instagram, messenger, affinità varie, limitati ai minimi i cinguettii.

Si torna alla normalità, alla classica telefonata e comunicazione diretta, veloce, spiccia, concisa. E’ un colpo di scena, una svolta rispetto alle recenti abitudini.

Di lady Ansuini pochissimo si sa, se non che abbia figli quattro e cane uno, e debbo presumere che abbia insegnato ai componenti della famiglia, segugio compreso, come e quando si debba aprire bocca, o per chiedere aiuto o per dire buonanotte, altrimenti il bel tacer non fu mai scritto. Trattasi di vera rivoluzione, perché è sufficiente collegarsi a un qualunque programma televisivo o partecipare, anche da remoto, a qualsiasi dibattito su calci d’angolo o riproduzione delle api in Afghanistan, per renderci conto che in questa epoca gloriosa si parla proprio quando non si ha nulla da dire e, anzi, più si parla o si sparla e più si acchiappa l’audience. Se poi si alza il tono della voce ecco che l’enfasi produce effetti clamorosi, è una mousse di parole, frulla frulla non c’è nulla.

Con questo che cosa volevo dire? Non lo so, però c’ho ragione e i fatti mi cosano. Grazie dottoressa Ansuini, un saluto a Lei, alla sua famiglia e una carezza al Golden Retriever che, in silenzio, aveva fiutato tutto.

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