LA RICCHEZZA ESTENUANTE DI BEZOS

di MARIO SCHIANI – A qualcuno – o meglio a qualcosa – l’epidemia ha fatto un gran bene: il patrimonio di Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, ha sfondato la soglia dei 200 miliardi di dollari. Questo pare gli abbia assicurato un aumento di credito sul bancomat: adesso in un colpo solo può incassare abbastanza per comprarsi il debito pubblico della Grecia e andare a cena in pizzeria.

Un patrimonio da duecento miliardi di dollari fa di Bezos non solo l’uomo più ricco del mondo, ma anche l’uomo più ricco di sempre. Il record è stato annunciato dopo che nei giorni scorsi un aumento del 2 per cento delle azioni Amazon ha aggiunto 4,6 miliardi di dollari al patrimonio netto dell’imprenditore portandolo a 204,6 miliardi. Bill Gates continua nel frattempo a essere la seconda persona più ricca del mondo, ma il suo gruzzolo è fermo a 116,1 miliardi di dollari, quanto basta perché Bezos, a cena con gli amici, si riferisca a lui chiamandolo “pezzente.doc”.

Appare ovvio come il Covid abbia giocato in suo favore: in tempi di lockdown l’acquisto online, già comodo, è diventato quasi inevitabile. E nel settore Amazon è imbattibile o quasi. Tanto è vero che dall’inizio dell’anno il valore delle sue azioni è aumentato di circa l’80 per cento, spingendo Bezos in una stratosfera di ricchezza quasi inimmaginabile. Una scalata che Bill Gates aveva tentato alla fine degli anni Novanta quando il volo azionario della Microsoft aveva portato il suo patrimonio oltre i 100 miliardi di dollari, che oggi equivarrebbero a 158 miliardi. Bravo ma, come si dice, ripassi.

La quota raggiunta da Bezos è perlopiù simbolica e, come tutti i record, prima o poi verrà aggiornata. Oggi però bisogna riconoscere all’uomo d’affari americano di aver realizzato, con la sua impresa, il perfetto specchio della società contemporanea. In un mondo ormai avvezzo all’appagamento istantaneo di qualunque desiderio, la Rete annulla gli ostacoli che si frappongono, cancellando le distanze e semplificando le transazioni monetarie. Il resto è organizzazione, e Bezos si è dimostrato in questo ambito capace e previdente. L’epidemia, in fondo, è stata incidentale: ha trovato un’umanità già sprofondata nel divano, il pollice pronto ad accarezzare il bottone d’acquisto sullo smartphone.

Bezos ha poi saputo creare uno di quei “brand” che proiettano nel mondo un’immagine di rassicurante efficienza, confermata ogni giorno dalla straordinaria speditezza delle consegne, impensabile fino a qualche anno fa ma oggi diventata standard e pertanto pretesa dai clienti: di fronte a tanta comodità finiscono per scolorire sullo sfondo le inchieste giornalistiche che hanno denunciato le condizioni di lavoro di chi lavora nei centri di smistamento. In un articolo del febbraio scorso, il “Guardian” le definiva “grueling”, ovvero “estenuanti”. Eppure, per quanto toccato da queste rivelazioni, il pubblico ha continuato a premiare Amazon, con il risultato che la carta di credito di Bezos è oggi, molto probabilmente, la sua faccia: basta che la presenti perché di spalanchino tutte le porte.

A parte quella di casa, naturalmente: l’unica colonna davvero in profondo rosso nel bilancio del magnate è quella degli alimenti dovuti all’ex moglie MacKenzie Scott: il 25 per cento della sua quota di Amazon, pari a 63 miliardi di dollari. Tanto basta per fare della signora la quattordicesima persona più ricca del mondo, nonostante all’inizio di quest’anno abbia elargito 1,7 miliardi in beneficenza. Anche l’ex marito non si tira indietro in fatto di donazioni: per festeggiare il suo duecentesimo miliardo ha donato a una ignota organizzazione no profit oltre settemila azioni Amazon, per un valore di 26 milioni di dollari.

Un botox di generosità che addolcisce i lineamenti dell’immagine di Bezos nel mondo, facendoci dimenticare gli affanni di quei poveracci che trottano tutto il giorno nei suoi magazzini. Se poi il pensiero dei loro patemi dovesse sorprenderci in un momento di debolezza, basterà lo squillo del citofono a ricacciarlo indietro. E’ arrivata la macchina per il caffè, il deodorante per il bagno e il copriletto di Spiderman. Apri tu, Alexa?

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