LA POLITICA DA CANI DELLA PREGIUDICATA MONTARULI

Tutti i giorni, i telegiornali servili – pagati con i soldi della collettività, pur sempre servizio pubblico – ci propongono i commenti e le analisi della deputata Augusta Montaruli. Pare che il suo partito la mandi avanti perchè di sesso femminile, di bella presenza e di parlata sciolta, escluderei proprio di pensiero profondo (ma questo lo dico io).

Come ormai tutti sanno, perchè non si parla d’altro, dopo una serie infinita di interventi su qualunque cosa l’eminente parlamentare si è genialmente esibita nel programma «Tagadà», La7, quando in riposta al piddino Marco Furfaro si è messa ad abbaiare. Sì, proprio bau bau. Mimando anche con le mani, forse per i non udenti, encomiabile.

Adesso è tutto un indignarsi e un censurare, in giro per la nazione. Personalmente, da cittadino osservatore, non capisco. Più che altro non condivido la sorpresa. Niente di nuovo rispetto a quanto già pensavo: la Montaruli è e resta una pregiudicata (un anno e sei mesi per peculato, quando era consigliera regionale in Piemonte metteva in nota spese le cose più assurde, compreso il libro di cose sconce, 25mila euro il bottino sottratto alla collettività, collettività che adesso rappresenta in Parlamento), è una pregiudicata che perfettamente rappresenta il livello della politica attuale, italiana e mondiale, questo bestiario deprimente capace di portarci a morire di vecchiaia rimpiangendo i La Malfa, i Berlinguer, dopo tutto persino gli Andreotti e i Craxi.

Fine. Niente da aggiungere. Resta inteso: comunque meglio la Montaruli che abbaia della Montaruli che ragiona.Pubblicità

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