LA PATETICA GIORGIA

Incontra Zelensky: tranquillo, l’Italia è con te. Incontra Trump: tranquillo, l’Italia è con te. Incontra Macron e il resto dell’Europa: tranquilli, l’Italia è con voi.

Sembra Veltroni, sembra un antico democristianone riesumato, in realtà è la dura della destra Giorgia Meloni ridotta al patetico. I suoi servi di partito vanno a turno in tv per recitare a pappagallo la stessa poesia: grazie alla Meloni, l’Italia è tornata contare e a essere rispettata sullo scacchiere internazionale (già, perchè con Draghi-Mattarella eravamo fuffa). Chissà. Chissà se persino questi servi spudorati riusciranno ancora a ripetere la stessa cosa dopo l’ultimo week-end, che tra i tanti risvolti depressivi presenta almeno questo pregio: ha definitivamente tumulato l’idea della Meloni padrona del gioco, comunque in gioco. Nei grandi saloni del mondo, ormai è un simpatico soprammobile. Non è bello dirselo da italiani, ma bisogna trovare il coraggio di dirselo: mai provato tanta pena per il leader che ci rappresenta, neanche quando Silvio buttava in vacca i summit facendo le corna nelle foto, tipo gita scolastica della 3a C.

Abbiamo un primato: dopo la volgare esibizione di Trump con Zelensky, l’Italia è l’unico paese coinvolto a non avere preso una posizione. Neanche di facciata, neanche di maniera. La nostra Giorgia premier s’è solo preoccupata di telefonare a Trump prima di andare al vertice di Londra, magari per chiedergli scusa, quindi sul posto ha inciso come il due di coppe quando briscola è bastoni. Naturalmente, alla fine dei lavori, anche stavolta ha cercato di raccontarsela a modo suo, roboante e megalomane, “farò di tutto per tenere unito l’Occidente”, ma decisamente era preferibile un mesto silenzio, il silenzio di chi non conta nulla. Purtroppo, siccome a stare zitta non ce la fa, eccola assumersi il solenne impegno con la storia, mica una pizzata alla Garbatella: salverà l’Occidente. Lei, che non ha salvato neanche la faccia, sua e del suo Paese.

Dopo tutto, e viene l’orticaria al solo scrivere certe cose, diventa preferibile persino Salvini, che almeno non è ambiguo, fumoso, evanescente. Lui per motivi suoi è ultrà di Putin e di Trump, nessuno potrà mai negargli il merito della chiarezza. Ma lei. Ma lei, Giorgia, come s’è ridotta. E va bene che si nasce incendiari e si muore pompieri, lei però è nata fascista e finirà demo-veltroniana. Rappresenterebbe la parte del brutalismo e dello spacconismo, ha vinto le elezioni per questo, eppure va in giro per il mondo senza dire una parola chiara, netta, ferma. Una parola sua. E a chi comprensibilmente è rimasto a dir poco choccato dopo il delirio di Trump contro Zelensky, riesce solo a balbettare una specie di carezza andreottiana: “Le tifoserie non sono utili a nessuno”. Ma va? Scusa Giorgina, sei tu o non sei tu che per tutta la vita abbiamo visto sulle barricate a fare il tifo per qualcuno o qualcosa?

Delle due l’una: o hai una fifa boia che Trump ti confermi i dazi sulla mortadella, smascherando in un amen il tuo illusionistico miracolo economico, oppure anche a te il potere dà alla testa. In un caso o nell’altro, la prossima volta stai a casa. Nessuno noterà la tua assenza ai vertici internazionali. Come nessuno ha notato la tua presenza.Pubblicità

3 pensieri su “LA PATETICA GIORGIA

  1. Mario dice:

    Mai letta un’opinione tanto veritiera e azzeccata sul nostro presidente del consiglio (al maschile come preferisce) e scritto a caratteri minuscoli, come il valore della persona.

  2. alessandro.c dice:

    politicante

    s. m. e f. [der. di politica, con suff. participiale]. – Chi svolge attività politica con scarsa competenza, per lo più con mire ambiziose e per trarne vantaggi personali: le discussioni dei soliti p.; i p. da piazza, da caffè, da strapazzo; i p., che hanno sempre in bocca le grandi e nobili parole e la solenne indignazione (B. Croce). Per estens., persona faziosa e intrigante, dedita agli intrallazzi: gli arrivisti, i p. dell’arte, gli ambiziosi di bassa specie (Cardarelli).

    Luigi,quindi il Sig.Gatti sarebbe questo?

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