LA PANDEMIA DEL DOLORE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME COVID

Si legge da più parti che la quinta ondata della pandemia sarà quella dei disturbi psichici e che gli adolescenti e i giovani rappresentino la fascia più a rischio da proteggere. Alcune ricerche segnalano effettivamente che questa è l’area sociale dove il disagio è più forte.

Ovviamente, trovo estremamente importante che si dia finalmente importanza alla salute psicologica, e quindi ben venga ogni iniziativa che ricordi l’importanza di un settore in passato stigmatizzato, se non addirittura deriso a causa di stereotipi e pregiudizi culturali.

Tuttavia, è ovvio che la visione delle priorità cambia a secondo del vertice di osservazione che si assume. Io parlo dal punto di vista dello psicologo che opera in un ospedale e che da due anni assiste quasi esclusivamente pazienti affetti da Covid. Il mio punto di vista.

Ed allora penso che la prima, vera emergenza sia offrire assistenza psicologica ai familiari delle 150.000 persone morte nel nostro paese. Il Covid è stata una malattia che ha colpito interi nuclei familiari e che ha imposto la separazione proprio nel momento in cui era più forte il bisogno di vicinanza e condivisione. Soprattutto nella prima fase, non sono stati possibili funerali e gli altri rituali sociali che rendono possibile l’elaborazione del lutto. Abbiamo decine di migliaia di mariti e mogli, di figli, di fratelli e sorelle che hanno perso un loro caro. Seguo un uomo di 80 anni che è completamente perso per la morte della moglie, faro e guida nella sua vita. Quest’uomo ha diritto all’assistenza psicologica?

Si parla sempre troppo poco di morte, anche qui per tabù culturali. E’ un tema molto delicato. Ma, per il mio lavoro, ascolto storie di dolore lancinante e duro da passare, e credo che promuovere attività di sostegno psicologico per favorire l’elaborazione del lutto sia innanzitutto un dovere etico in una società civile. Forse è questa la vera emergenza.

Gli psicologici non hanno il potere di eliminare la sofferenza e il dolore, che sono la prova dell’intensità di un legame affettivo, ma possiamo intervenire per ridurre sensi di colpa inappropriati e pensieri prodotti da “un senno di poi” tanto punitivo quanto inesistente sul piano razionale.

Riguardo ai giovani, un sistema familiare che funziona è la prima e più efficace protezione contro le situazioni stressanti. Più ancora dello psicologo, comunque assieme . Non ho dubbi.

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