di ELEONORA BALLISTA – Chiara Ferragni posta su Instagram l’ecografia 3D della bimba che sta aspettando.
L’immagine è quella di un essere marroncino, ancora ben lontano da essere riconosciuto come femmina, con un viso che, in fondo, si indovina appena.
E, lasciatemelo dire, è bruttina (l’immagine, non la bimba intendiamoci).
Eppure il popolo dei suoi follower, fra cui vorrei specificare ci sono anche io, si divide fra chi inneggia alla bellezza, chi vede tutte le somiglianze del mondo (la bocca di Fedez, il profilo del fratellino Leone, la grazia tutta intera di mamma Chiara) e chi, più critico, pone un dubbio sul dare in pasto ai social un’immagine così intima.
In linea di massima mi schiero con questi ultimi, ma devo necessariamente argomentare, perché credo ne valga la pena.
Partiamo dai fatti: Chiara Ferragni ha declinato la sua vita in business.
Lei, indicata come “imprenditrice digitale”, ha in sostanza fatto del suo privato un lavoro e quindi, in qualche modo, ci sta che renda pubblico qualsiasi passaggio della sua esistenza.
Però io credo ci sia un limite a tutto. Inoltre, ribadisco, questa foto non è così bella. Attendiamo almeno che la bimba nasca e se poi vorrà postare la tenerezza della principessina in fasce (rigorosamente firmate) faccia pure.
Ma l’attesa di un figlio è qualcosa di profondamente interno al corpo della mamma. Perdonerete la presunzione, ma ritengo di essere titolata per dare un giudizio in quanto donna e mamma io stessa.
Il bambino che portiamo in grembo, mediamente, comincia a farsi sentire intorno al sesto mese, ed è una sensazione che, provata alla prima gravidanza, può anche spaventare un po’. Si sente qualcosa muoversi dentro, qualcosa di vivo, ma è ancora un alieno, fa davvero quasi paura.
Alla mamma, però, serve pochissimo tempo per abituarsi e, di più, amare quel movimento, tanto che se per un giorno l’ospite non si fa sentire cominciano le prime preoccupazioni: come mai non si muove? Starà bene? Chiamiamo il dottore?
Come detto è solo l’inizio. Sarà poi così tutta la vita, la vita di ogni mamma che si preoccupa se il figlio non risponde al cellulare.
Ma c’è un secondo passaggio che ritengo debba rimanere privato e che è strettamente connesso all’ecografia: il risultato di quell’esame, di solito, appare su un monitor mentre il ginecologo visita la signora in attesa e, spesso, accanto a lei c’è il marito che, per la prima volta, vede qualcosa muoversi dentro la sua compagna e si rende conto che quel grumo informe è suo figlio.
Ecco, lui, il papà sì che si emoziona vedendo quell’immagine anche se non si capisce ancora bene cos’è. Ma non fa niente, è suo, è il suo bambino e lui lo ama così, anche se è ancora al rango minimo di embrione.
E sempre lui è del tutto titolato a sognare: lo porterà al mare, gli comprerà quel gioco bellissimo, gli insegnerà tutto quello che può. Ma questa magia, tra la mamma che accarezza il suo piccolo alieno nella pancia e il papà che fa sogni di gloria, io credo funzioni solo se resta fra loro tre.
Gli estranei che guardano non possono capire, ed è normale che sia così.
Un’ultima considerazione, anche se un po’ in anticipo: questa bambina Ferragnez, di cui ancora non è dato sapere il nome (l’argomento sarà certamente al centro di futuri post), nascerà e crescerà.
Ma cosa penserà, crescendo fino alla comprensione, di questa sua esposizione già da quando non aveva nemmeno cominciato a respirare da sola?
Ai posteri, anzi a lei soltanto, la vera sentenza. Però è di questo che bisognerebbe parlare, è questo che bisognerebbe rispettare.
Ho come la sensazione che se un giorno discussione con mamma Chiara e papà Federico ci sarà, quella resterà del tutto privata.