LA NOSTRA VITA MASTERCHEF: CHIACCHIERE GRIFFATE A 100 EURO

Un chilogrammo di chiacchiere, euro cento. Però sono firmate, nel senso preparate, cucinate, fritte, zuccherate, da Massari Iginio (nella foto), rettore magnifico dell’università dolciaria italiana.

Dico io, d’accordo è carnevale e c’è il libera tutti, ma quando potrebbero costare allora i coriandoli colorati da Benetton? E le maschere by Coppola, l’hair stylist o parrucchiere che fu?

Siamo oltre l’immaginazione e soprattutto in campo di food, sarebbe il cibo, vale la qualunque, appaiono ragazzi con giubba bianca e vengono presentati come chef, non c’è uno straccio di locale e di brigata e, dunque, la domanda sorge spontanea: chef, capo di che? Di chi? Di che cosa? Di se stessi al massimo e l’ego è così spropositato che quando preparano i loro piatti usano il plurale e dunque “prendiamo la pasta, aggiungiamo il sale, setacciamo”, non si capisce dove siano gli altri, la prima persona plurale questo comporterebbe, ma non è il caso di infierire.

Comunque siamo alla devastazione degli apparati riproduttivi per la moltiplicazione di cocking show, di cucine da sogno e da incubo, di masterchef e di quattro ristoranti, di stelle cadenti, cadute e brillanti, di sapidità e retrogusto di mammola, fiori eduli e pinze da chirurgo, nome del piatto e cuochi fatui.

Fa bene il Massari a sparare quelle cifre, anzi se avesse messo la sua creazione a trecento euro comunque si registrerebbe la coda dei clienti pronti ad esibire il trofeo.

C’è un solo modo per ribellarsi, basterebbe piazzarsi dinanzi agli empori e strillare la frase di De Niro-Al Capone: “Sei solo chiacchiere e distintivo”. Ci sarebbe però il rischio che anche il distintivo schizzi a 500 euro.Pubblicità

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