LA NAZIONE DEL RATTOPPO

Il nostro è davvero un Paese curioso. Tutti si riempiono la bocca con parole ambiziose e misteriose come mission e visione, ma sulle cose che contano tutti ricorrono all’unica pratica nella quale sempre e comunque ci distinguiamo: il rattoppo.

Rattoppo, che della visione e della mission sarebbe nient’altro che l’antitesi.

Terremoti, alluvioni, frane, e noi rattoppiamo. Si fa fatica ad arrivare alla fine del mese, gli stipendi sono i più bassi in Europa, e noi rattoppiamo. Il Servizio Sanitario Nazionale è inefficiente e la gente è costretta a ricorrere al privato o a non curarsi, e noi rattoppiamo.

Si può continuare senza freni con l’imbarazzo della scelta. Basta guardare le semplici strade: tutte un rattoppo. Una tantum qui, un bonus là, un assegnino che plachi gli animi per un po’, una social card che illuda di intravedere un futuro illuminato e così via. Tutti infervorati con le loro mission e le loro visioni e nessuno che si metta poi di lena a immaginare il futuro dei propri figli o dei propri nipoti, perché di questo si tratta.

Nessuno che provi a immaginare come arrivare a terreni e case sicuri, come garantire in futuro una Sanità pubblica efficiente per tutti, come poter arrivare a garantire stipendi più dignitosi. Niente, a dispetto di qualche proclama, perché per avere davvero una visione servirebbero statisti, uomini e donne senza interessi personali, servirebbero uomini veri insomma.

Invece noi siamo alla social card. Al bonus, qualsiasi bonus (esilarante e tragico quello sul monopattino, per chi se lo ricorda), al condono, al decreto salva casa. Persino al decreto Sanità, che inaugura un nuovo genere di rammendo, il rattoppo elettorale.

Tranquillizzo, il rattoppo riguarda destra e sinistra. Da tempo ormai non si guarda avanti, al Paese che vorremmo, che dovremmo volere. Da tempo l’unico espediente a cui si ricorre è la soddisfazione illusoria e immediata, quella che ti permette lo sfizio, quella che ti permette la spesa in più, quella che ti permette di mettere una toppa al portafoglio o alla coscienza. E quale tempo migliore per l’espediente illusorio e immediato se non il tempo elettorale?

Ai figli e ai nipoti non rimangono che la missione e la visione dunque, che però dovranno provare ad avere loro, per i loro di figli e nipoti.

Ai derelitti, agli anziani, ai poveri cristi di oggi invece consiglio semplicemente di togliere il disturbo in fretta. A ognuno la sua mission.

Salvo bonus naturalmente.

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