- Noi di @ltroPensiero.net abbiamo pensato parecchio prima di pubblicare questa robaccia. Sappiamo bene che gli squinternati dei social cercano proprio questo, l’amplificazione gratuita alle loro farneticazioni. In questo caso però abbiamo deciso di concederci un’eccezione. Facendo cosa gradita all’influencer in cerca di clamore e di qualche clic, ne approfittiamo anche per raccontare alle persone normali, alle persone umane, che razza di giovani circolino sui marciapiedi della nostra repubblica. Il futuro è loro, certo, ma per fortuna non sono tutti così.
IL VIDEO: https://www.instagram.com/p/CjALLyuoDuW/
di LUCA SERAFINI – Espressione ora sofferta, ora sarcastica, ora irridente. Il volto circondato da fiorellini animati e colorati come in ogni rispettabile reel da quindicenne, il passo annoiato sul marciapiede mentre via selfie riprende i suoi strali.
Giulia Torelli, professione guardarobiera web con 215.000 follower sul profilo Instagram “Rockandflocc”, non nuova a questi exploit, ha trovato un altro nobile modo per passare alla storia social e sociale, con un monologo avvelenato contro la terza età, che riporto alla lettera (e che chi ha stomaco può risentirsi nel video qui sopra).
“Io ho una cosa da dire, la devo dire, mi dispiace, la devo dire. Perché i vecchi hanno diritto di voto? Perché? Hanno già esercitato nella loro lunga, lunghissima vita. Basta! Basta votare! Basta! Non sanno niente, non hanno idea (si aggiusta le spalline, ndr), quello che sanno lo vedono al Tg. Non hanno idea, non sanno neanche loro che cosa stanno facendo. E poi… succedono queste cose (quali, la vittoria della Meloni?, ndr). No! I vecchi non devono fare niente (gesticola con la mano libera, ndr), nemmeno… tanto meno votare. In casa, devono stare! Fermi, fermi, immobili con quelle mani… Completamente rincoglioniti. In giro ancora con quelle mascherine sulla bocca (sguardo di compatimento, ndr), sono passati tre anni, cos’è che non è chiaro ancora? Che non serve a niente tenerla sul naso (ride, sbuffa, sospira, ndr). Eppure vivi, lì, attaccati alla vita. La smetto, la smetto prima che succeda qualcosa”.
Qualcuno che la segue da tempo commenta come questo sia un tema caro alla préposé au vestiaire, la quale poveretta gli anziani (pardon, i vecchi) proprio non li sopporta causa – sembrerebbe – la nonna trapassata che non le ha lasciato nulla in eredità. Pettegolezzi.
Noi non perdiamo occasione di scagliarci contro i social, rei di aver aperto le porte dei cessi, sui muri dei quali chiunque può scrivere qualsiasi cosa, contro chiunque e contro qualsiasi cosa, con bestemmie, insulti, parolacce senza che l’algoritmo scovi il turpiloquio, se non la violazione dei diritti d’immagine, quella sì, che porta alla sospensione arbitraria dell’account e alla rimozione del contenuto. Accusiamo e critichiamo anonimi sconosciuti che usano le piattaforme per spiccare i loro tuffi nella melma con una violenza verbale inaudita.
Ma questa qua? Questa non è affatto una del gregge: è il pastore con un seguito di una città, perché almeno 215.000 abitanti li ha solo una quindicina di centri urbani, in Italia.
Questa profeta del piccolo etere gira imprecando per la strada, seguita da testate giornalistiche, vip, clienti di alto bordo, ed è protagonista di copertine e interviste. Sposa ed esalta questa società evoluta per cui i nostri nonni, la nostra storia, la nostra esperienza sono d’intralcio alla moderna vita quotidiana. Rifiuti da buttare o tutt’al più rinchiudere in una casa di riposo, non fosse che poi gravano sul bilancio familiare. Eppure la mia cara nonna materna ripeteva sempre che “invecchiare è un privilegio, perché l’alternativa è peggiore e perché lamentarsi significa mancare di rispetto ai giovani che muoiono”.
Lei, la mia cara nonna, non è sopravvissuta grazie a Dio alle Giulie (e ai Giulio) Torelli di quest’epoca miserabile. Non si tratta di un episodio circoscritto a un fenomeno Instagram da sartoria d’alta moda (?), purtroppo è già un po’ più esteso e profondo: è di queste ore, solo per fare un esempio, la notizia di una grande emittente privata radiofonica da cui se ne stanno andando alcune storiche icone tra i 40 e i 60 anni, di fronte alla scelta editoriale di dare microfono e cuffie a sbarbati influencer di 19-20 anni, senza alcuna esperienza né dimestichezza, ma con un seguito corposo di follower.
Davanti ai numeri, la ragione parte sconfitta. E si arrende a chi, come questa eroina dei nostri tempi, Giulia Torelli, i numeri non solo li fa, ma li dà. Anche io, come lei e su di lei, “ho una cosa da dire, la devo dire, mi dispiace, la devo dire”, ma non la dico, perché i miei nonni mi hanno insegnato a contare fino a 100 prima di dire una volgarità o una scemenza. E arrivato a 101, non la dico grazie invece solo al mio cervello, alla mia educazione, al mio rispetto: tutti elementi che dal profilo “Rockandflocc” brillano per assenza.
Avendo uno straccio di etica, il dibattito in redazione se scrivere o no di questa superdonna, è stato breve ma intenso, come quando – avendo uno straccio di etica – ci si interroga se dare luminosità ai teppisti, ai razzisti da stadio, ai bulli da strada. Per fortuna tutti noi siamo nati con l’amore per la cronaca e a questa, che è la nostra vita, siamo aggrappati e ci resteremo fino in fondo, magari con qualche problema motorio e intellettivo, ma con una sconfinata dignità.
È una marcia e malsana .
Tutto segue ciò che cresce. E cresce un’ideologia che sta ricostruendo la morale della nuova generazione, la generazione social. La ricostruisce con la sabbia delle parole che scorrono a caso, senza riflessione, spinte da un bisogno egocentrico e contestatore che non sa dove vuole andare. E’ veramente molto triste, ma non più della violenza, del bullismo, dei soldi facili. Per quanto mi riguarda è colpa della generazione “di mezzo”, quella che lascia correre i propri figli nudi nella savana sporca della mediaticità senza senso sperando che il senso sia un prodotto della natura che si possa raccogliere ovunque, messo a disposizione da altri che fanno fatica al posto del padre e della madre che si occupano di altro. Bisogna fare fatica per trasmettere una morale umana vera e duratura, per dare un senso all’esistenza che vada al di là dell’essere soddisfatti di niente. E’ questo che molti non capiscono, bisogna fare veramente fatica. Poveri nonni si, amati e incredibili nonni. Ma anche poveri figli, buon futuro.
Io e mio marito siamo due vecchietti talmente in gamba che le daremmo un tal calcio nel sedere da spedirla sulla luna.
Chi voleva sopprimere gli anziani era un regime tedesco del secolo scorso.
Ma lei è trooopppo ignorante per saperlo
Brava Arianna, ma la tizia non ignora solo questo….unica soluzione basta social! A scuola o al lavoro, i nostri “vecchi” avevano molte ragioni!!
Giulia Torelli, Giulia Torelli… Chissà perché questo nome non mi dice nulla… Un attimo solo che cerco di ritrovarlo in mezzo a qualche altro nome, dunque… Umberto Veronesi, Rita Levi Montalcini, Sandro Pertini… Strano, il nome Giulia Torelli non lo trovo.
E non lo trovo perché questi sono nomi di GRANDI ITALIANI ANZIANI CHE HANNO FATTO LA STORIA.
O forse – affinché Lei mi capisca meglio – sono nomi di grandi “vecchi” che hanno fatto la storia, o che, quantomeno per i Suoi parametri, hanno fatto qualcosa per questo meraviglioso Paese.
Lei, Giulia Torelli, cosa fa esattamente? Sistema armadi conto terzi? E si fa pagare per questo?
E nel tempo libero sputa cattiveria e frustrazione sui padri della nostra società e su tutte quelle persone più anziane di Lei che hanno vissuto in questa Italia dando un contributo, più o meno grande, con i loro lavori, i loro studi, i loro sacrifici, tirando su mattoni con le mani spaccate e consumate dalla fatica, con le gocce di sudore che imperlavano le loro fronti rugate, con le schiene chine e doloranti.
Questi “vecchi” hanno costruito questo Paese dove Lei, ahimè, vive e per il quale Lei non contribuisce a fare nulla. NULLA.
Questi “vecchi”, compresi forse i Suoi nonni o bisnonni, hanno preso questo Paese massacrato nel dopoguerra e l’hanno rimesso in piedi, hanno fatto si che tutti noi amassimo e soffrissimo per questo Paese dove purtroppo c’è anche gente come Lei che mi fa vergognare di averLa come connazionale.
Lei dovrebbe avere l’umiltà – dote spesso sconosciuta ai suoi coetanei – di riconoscere che questi “vecchi” spesso con il bastone o con il deambulatore hanno una dignità ed un onore che Lei, se non si ravvede, non avrà mai.
Il Suo viso ed i Suoi occhi, Sig.na Giulia, non hanno la profondità e la saggezza che hanno i volti dei “vecchi” di questa Italia che si aggrappano alla vita tutti i giorni, che si battono per andare ancora a votare, che ancora ad 80 anni forse vanno ad aiutare i figli a fare i muratori per regalare a loro ed ai nipotini 100€ per arrotondare a fine mese.
Lei, influencer Giulia Torelli, si deve vergognare della parole pronunciate contro i “vecchi” della mia Italia, piuttosto dovrebbe specchiarsi, farsi un esame di coscienza (per quanto dubito ne possegga una) e dovrebbe subito chiudere il suo pc o spegnere il suo telefono e correre dai Suoi nonni ad abbracciarli in silenzio, ad accarezzare i loro capelli bianchi.
E se, per Sua sfortuna, Lei non avesse più i nonni, scenda in strada, vada in un mercato e sorrida al primo “vecchio” che incontra e trovi il coraggio di dire MI SCUSI e GRAZIE: il “vecchio” non capirà ma Le sorridera’ e questo sorriso dovrà traffiggere il Suo cuore (sempre che ne abbia uno).
Si vergogni influencer Giulia Torelli, si vergogni di essere così insensibile, superficiale, a tratti cattiva.
Si vergogni di non essere un Italiana vera.
Beh, tanto torto non ha.
Vergognati. Ti auguro,allora, di NON diventare vecchio!
La sua riflessione mi ha commossa, quante verità in poche righe, mi fa male pensare che in questo paese ci sono Neanderthal che non vedono nulla di tutto ciò e che dall’alto del loro nulla aprono bocca e dicono cose indicibili. Credevo che questa tizia, di cui non conoscevo l’esistenza fino a tre giorni fa, fosse cattiva e invece ora la vedo con occhi diversi, semplicemente vedo il nulla, nulla nello spirito, nel cervello e nel cuore, mi fa rabbia ma la compatisco poichè la sua aridità mi fa pena, spero paghi caro quello che ha detto, è troppo vecchia per permettersi questi attacchi isterici tipicamente adolescenziali, dipendessero anche da qualche patologia l’età per chiedere aiuto competente l’ha raggiunta da tanto. Spero che nonostante il fastidio provato dall’inutile di cui sopra i “vecchi” siano sempre più attaccati alla vita, spero lo siano anche i miei genitori che per me non saranno mai abbastanza vecchi.
Sarebbe bellissimo se il suo commento arrivasse a questa cosa che non riesco a definire persona.
Sono d’accordo è solo una poveraccia, furba, che ha trovata una mandria di ignoranti che la seguono e che le danno da vivere: fino alla vecchiaia…o no?