LA MIA 32ESIMA VOLTA: IL LUNGO AMORE COMINCIO’ NEL ’78, INCANTATO DA MOSER

di SILVIO MARTINELLO (oro olimpico Atlanta 96) – Ritorno con piacere a scrivere sulle pagine digitali di @ltroPensiero.net. L’occasione mi viene data per parlare dell’imminente partenza del Giro d’Italia numero 104.

Il Giro della Ripartenza, come lo ha chiamato la società organizzatrice, il Giro che finalmente ritorna a corrersi nel consueto periodo primaverile dopo la parentesi autunnale del 2020. Ci saranno ancora tutte le restrizioni imposte dal periodo pandemico che stiamo vivendo, le zone di partenza ed arrivo saranno infatti interdette al pubblico, ma sarà comunque una grande festa.

Non voglio parlarvi di aspetti tecnici, per quelli, per chi vorrà, ci sarà l’imbarazzo della scelta da domani a domenica 30 maggio; dirette televisive integrali, trasmissioni di approfondimento, Radio e TV collegate da tutto il mondo con i rispettivi opinionisti (io, da parte mia, sarò nella squadra RadioRai), consentiranno agli appassionati di non perdere nemmeno un attimo della corsa e degli spunti tecnici che i corridori ci regaleranno.

Voglio invece parlarvi delle emozioni che il Giro d’Italia suscita in me, nella certezza che qualcuno tra voi si rispecchierà. Personalmente sarò alla trentaduesima esperienza: 12 da corridore, 17 da commentatore tecnico televisivo, 3 come commentatore tecnico radiofonico.

Un curriculum non banale il mio, che mi inorgoglisce, soprattutto ricordando i tanti momenti emozionanti vissuti. Ricordo con molta nostalgia i miei anni adolescenziali, quando iniziai a seguire il ciclismo ed innamorarmi di questo meraviglioso sport, che ad un certo punto è diventato il mio lavoro. Era il 1978, avevo 15 anni ed il Giro faceva tappa a Padova con traguardo in Prato della Valle, sprint di gruppo e successo di Francesco Moser in maglia iridata, titolo conquistato l’anno prima a San Cristobal. Io ero proprio sulla linea del traguardo, dietro le transenne, posto conquistato diverse ore prima. Emozione fortissima, per la lunga attesa e per l’arrivo dei corridori con il successo del mio idolo, che il giorno seguente conquistò anche la cronometro di Venezia con traguardo in Piazza San Marco, una delle tante scelte geniali di Vincenzo Torriani, indimenticato patron di allora.

Da quella stagione in poi non mi persi mai più l’appuntamento primaverile con il Giro d’Italia, pomeriggi rubati allo studio per seguire la corsa alla TV, sulla strada quando ce n’era la possibilità. Ricordo con tristezza quando il Giro terminava, i giorni successivi mi apparivano vuoti e malinconici, solo l’imminente fine dell’anno scolastico mi consolava, così come il tentare di emulare i campioni ammirati in TV, tra l’altro proprio nel 1978 conquistai i miei primi successi giovanili.

La TV era molto più discreta di oggi, i collegamenti iniziavano alle 15 circa, e se i corridori andavano veloci si rischiava di vedere veramente pochi chilometri di gara. Telecronache accompagnate dalla voce calda di Adriano De Zan, con la collaborazione di Giorgio Martino, di Giacomo Santini e del campione di turno che dava il suo parere, infatti la figura del commentatore tecnico così come la conosciamo oggi, ancora non esisteva.

Ho ottime sensazioni, il Giro 104 che parte tra poche ore da Torino sarà l’ennesima grande occasione per stupirci con le bellezze del nostro straordinario Paese, per ricordare i tanti connazionali che purtroppo non sono riusciti a superare l’emergenza sanitaria in cui ancora ci dibattiamo e per emozionarci con le gesta dei tanti campioni al via.

Buon Giro d’Italia a ognuno di noi. Ce lo meritiamo.

Un pensiero su “LA MIA 32ESIMA VOLTA: IL LUNGO AMORE COMINCIO’ NEL ’78, INCANTATO DA MOSER

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Mi sarà consentito un incipit amicale:
    Caro Silvio Martinello e caro Campione ,
    un “titolo” ben meritato, soprattutto di questi tempi in cui tutto si enfatizza , ingigantendo condotte di gara al limite della banalità.
    In anni che si vorrebbero lontani , e neppure da evocare, c’erano anche nel Bel Paese fior di Corridori , tra i quali Silvio Martinello , Oro Olimpico e tanto altro .
    Altroché il Ciclismo attuale non è più “..quel ciclismo” : una colossale idiozia , abbondantemente farcita d’ipocrisia.
    Resta il fatto che , grazie al Cielo, le emozioni che il GIRO d’ITALIA suscita erano e sono le stesse egregiamente descritte da chi le ha intensamente vissute , rimaste immutate nonostante tutto e tutti.
    Il Ciclismo resta tuttora una disciplina sportiva , non un semplice sport, fatta di cervello , cuore e prestazioni atletiche .
    Facile a dirsi, ben più arduo a farsi.
    Ma se te ne “innamori” , come ogni amore ti cambia la vita.
    Rendendola più bella.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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