LA MERKEL CHIEDE SCUSA. COME I NOSTRI…

di TONY DAMASCELLI – La Pasqua dei tedeschi non è più verboten. Contrordine, Angela Merkel si è accorta di avere esagerato, meglio concedere libero agnello, libero coniglio di cioccolato e libere uova di zucchero, revocato il lockdown che dura da metà dicembre e che era stato rafforzato per i giorni della passione e della resurrezione:

“E’ un errore che deve essere chiamato come tale e bisogna correggere in tempo. So che questo procura altra insicurezza e chiedo perdono a tutti i cittadini e a tutte le cittadine”.

Frau Angela non si è limitata a presentare le scuse, ma addirittura chiede perdono. Non si registrano analoghi pentimenti dalle parti nostre, là dove cambiando l’ordine dei ministri il governo non cambia, la Grosse Koalition tricolore non svolta, dunque da Conte a Draghi i decreti quelli erano e quelli sono, il pacco ha diversa confezione, il contenuto è identico. Il mercato delle mascherine, gli affari sui vaccini, la distribuzione di tangenti, varie ed eventuali non hanno finora registrato pubblici atti di dolore, l’indulgenza politica azzera i peccati che dovrebbero portare al gabbio, l’emergenza salva anime sedicenti candide.

Nessuno dei nostri patrioti sarebbe capace di dire e fare quello che la cancelliera ha saputo dire e fare in secondi trenta, la notte le ha portato consiglio, da noi al massimo un consiglio dei ministri.

Questa è la democrazia, uber alles, sopra ogni altra cosa e prima di qualunque altra cosa, il rispetto dei cittadini, il senso di responsabilità, la dignità del ruolo, una specie che, da Vipiteno a Ispica, è in via di estinzione, come il gipeto e l’aquila di mare.

Danke schon, Angela, e provi a fare una telefonata al suo amico Draghi, magari il super Mario chiederà scusa, almeno lui.

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